"Siccità, agricoltura in crisi Acqua finita: sarà razionata"

Finale, l’allarme lanciato da Belluti, coltivatore nel cda del Consorzio Burana: "Previsti giorni roventi, senza irrigazione perderemo meloni e pomodori"

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"Se ci sarà una settimana di fuoco come dicono qualche coltura salterà". E’ l’analisi che ci consegna Andrea Belluti di Confagricoltura Modena, agricoltore finalese con podere esteso per un migliaio di ettari tra Finale e Bondeno, dove si coltivano cipolle, pomodori, barbabietole, sorgo, mais e grano.

L’acqua, dunque, risorsa sempre più rara per la nostra campagna a causa della siccità del Po; la sola pioggia di ieri in alcune zone della provincia non è certo sufficiente a risolvere un problema cronico. Delle difficoltà che vive il mondo agricolo ne parliamo con Belluti che fa anche parte del consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica di Burana.

Cosa angustia oggi il mondo agricolo?

"Fino ad oggi ce l’abbiamo fatta spendendo di più per la luce. Il gasolio costa il doppio dell’anno scorso. Purtroppo, è anche un’annata dove la luce è più cara e le bollette sono esorbitanti. Il problema soprattutto riguarda i prossimi giorni, perché l’acqua sta calando quotidianamente, neve non ce n’è più e prevedono 38-40° la prossima settimana. Le colture senza acqua rischiamo di perderle in pochissimo tempo, dai meloni, ai cocomeri, ai pomodori. Siamo in una condizione molto precaria".

C’è stato un problema di rifornimento irriguo fino ad ora? "No. Fino ad ora siamo riusciti a garantire l’acqua, però sono gli ultimi giorni che possiamo avere l’acqua. Dai prossimi giorni inizieranno a razionarla.

Sono già previsti incontri col prefetto e le varie associazioni per capire come gestire quel poco di acqua che rimane".

Che politiche sta facendo il consorzio per salvaguardare le vostre produzioni?

"Sta cercando di aumentare il pompaggio dal Po e di aumentare il numero di pompe a causa dell’acqua molto bassa.

L’anno scorso con 2 pompe riuscivamo ad alimentare l’irrigazione di tutto il bacino idrografico, adesso ne abbiamo collocate 5 per mantenere il più possibile l’acqua alle aziende".

Riesce a garantire tutta l’area servita?

"Per adesso riusciamo ad alimentare il fabbisogno idrico di tutti. Il problema di fondo è che manca la neve in montagna e si è già sciolta, al contrario degli anni passati, poiché è la neve che ci dà la garanzia di acqua ed è il miglior bacino che ci sia. Per questo si sta pensando se non viene neve di fare degli impianti di accumulo. E’ indispensabile che non vada sprecato niente. Sono già in programma alcune spese importanti per fare dei bacini che servono sia quando i fiumi vanno troppo in piena che in questi momenti per avere l’acqua da irrigare".

Quali sono le colture che oggi rischiano maggiormente?

"Tutte le orticole, al di fuori della pera grazie agli impianti a goccia, gli ortaggi, il melone poiché basta un giorno senza acqua e si brucia, il cocomero idem. Anche il raccolto del pomodoro se resta 2 giorni senza acqua è compromessa la coltura. Siamo molto spaventati".

E’ possibile fare una stima dei danni che sta provocando questa situazione?

"I danni fino a oggi sono sopportabili perché abbiamo tamponato con l’irrigazione, ma se dovessimo sospendere l’acqua la prossima settimana i danni sarebbero innumerevoli.

Le aziende andrebbero in ginocchio perché se si bruciano le colture non si raccoglie".

Alberto Greco