REDAZIONE MODENA

Sicurezza studenti: confronto acceso tra genitori e istituzioni a Modena

Il dibattito sulla sicurezza degli studenti a Modena vede genitori e istituzioni confrontarsi su soluzioni e impegni.

Dibattito sul dibattito. Continua a suscitare reazioni l’acceso confronto di giovedì tra genitori e istituzioni sulla sicurezza degli studenti. Dopo la gragnola di critiche per alcuni atteggiamenti che hanno indispettito i genitori, 'l’onore delle armi' al sindaco Massimo Mezzetti arriva da Modena Volta pagina, sua avversaria in campagna elettorale: "Ha avuto comunque il merito di confrontarsi a viso aperto sul tema, diversamente dai suoi predecessori. Al Villaggio Giardino è stato un confronto duro ma chiaro. Dobbiamo fare in modo che questa sia la Svolta Buona".

Apprezzamento anche per gli impegni assunti: "Incrementare le risorse per le unità educative di strada (oggi risibili), potenziare la presenza di mediatori dei conflitti nelle scuole, come già avviene con buoni risultati al Barozzi, e creare nuovi luoghi di aggregazione per i giovani". Il nodo dell’aggressività giovanile, secondo il movimento, "risiede sia nell’annosa mancanza di spazi e opportunità gratuite, accessibili e significative per i giovani del nostro territorio, oltre che nella protratta assenza delle istituzioni nel concreto contenimento del fenomeno mentre si acuiva".

Serve "una visione a lungo termine, soprattutto a causa delle sfide che la globalizzazione e i flussi migratori pongono anche a livello locale e che vanno gestite, come nel caso dei minori non accompagnati. Fare di ogni erba un fascio, come ipotizza la Lega, non solo è ingiusto ma controproducente. Per quanto strumenti come telecamere e presìdi possano aumentare la sicurezza, non sono soluzioni sufficienti. È necessario coinvolgere i giovani come protagonisti di una comunità che li accoglie, educa e include. Isoliamo i violenti, togliamo loro l’acqua in cui sguazzano e si moltiplicano".

Gli alleati del sindaco di Alleanza Verdi Sinistra, in particolare Enrico Guerzoni, sul tema propone un decalogo che prevede come voci tra l’altro la comunicazione, l’inclusione, il monitoraggio. Occorre prevenire, "per portare nelle scuole programmi che insegnino competenze sociali, gestione della rabbia e risoluzione dei conflitti". Due, coinvolgere, "creando occasioni per l’accesso gratuito a opportunità di svago e attività come sport, arte e musica, per favorire l’auto-realizzazione". Tre, aiutare: "Offrire servizi di consulenza e supporto psicologico in presenza o online".

Mentre per Camillo Po, candidato consigliere nella lista Modena per Modena, "quando si ha paura, capita che non si sappia cosa dire e il sindaco lo ha dimostrato anche quando ha chiesto quasi furioso proposte alle mamme ed ai papà assembleanti. É come il cane pastore che chiede alle pecore di sostituirlo. La paura cova non soltanto fra la cittadinanza, ma soprattutto parrebbe nel sindaco e nella sua giunta consapevoli forse dell’incapacità di risolvere questo grave problema generato da tanti anni di accoglienza irregolare e senza controllo".