Social promossi, ma serve più privacy

Migration

LA RETE ha rivoluzionato le nostre vite, ma la strada per diventare un vero strumento di democrazia diretta è ancora lunga. E’ una fotografia fatta di luci e ombre quella che emerge dall’ultima indagine condotta su Modena dalla Fondazione Mario del Monte e l’Osservatorio via Emilia, un viaggio che esplora come i modenesi usano Internet e i social network come luogo di conoscenza ed espressione. I risultati sono stati illustrati nel corso di un incontro al Palazzo Europa: presenti il sociologo curatore del sondaggio, Vittorio Martinelli; l’esperto di cultura digitale, Massimo Martinelli; il docente di Ingegneria di Unimore, Sonia Bergamaschi; e l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti. Qualche ora prima la ricerca, intitolata ‘Democrazia eo social network’, è stata anticipata ai giornalisti dallo stesso Martinelli, insieme al presidente della Fondazione del Monte, Roberto Guerzoni.

OLTRE 700 le interviste utili fatte ad aprile, utilizzando tre metodologie: quella telefonica, un panel sul sito degli autori dell’indagine (Studio Mv e Demetra) e un link su Facebook. Primo dato che salta all’occhio è che oltre il 73% dei modenesi si collega a Internet e va spesso sui social: in particolare, il 55,5% usa abitualmente entrambi e il 18,1% è solito soltanto navigare tra un sito e l’altro. Gli intervistati si dimostrano poi particolarmente sensibili al tema della democrazia e al suo funzionamento in Italia: il 54% esprime soddisfazione su come vanno le cose in Italia, il 12% in più rispetto alla media nazionale (fonte Demos). Guardando all’estero, però, il 35,5% conferma sì di apprezzare la qualità della democrazia nostrana, ma il 39,3% esprime il desiderio che questa possa raggiungere il livello di Paesi come Germania e il nord Europa. Intrecciando il tema coi social network, la ricerca ci consegna un campione che ammette l’importanza della rete, ma esclude che possa diventare l’unico terreno per esercitare la democrazia diretta. Non raggiunge la sufficienza (il voto medio si ferma a 5,1), per esempio, l’affermazione che su Internet sarebbe più facile e veloce fare un referendum o esprimere un parere su una legge.

VA IN QUESTO senso il 70,1% di cittadini che esprime un secco no alla domanda se si fiderebbe o meno del voto online per approvare una legge importante. L’indagine ha approfondito anche il legame tra Internet e diritti: raggiungono un voto medio tra il 7,3 e l’8,7 le affermazioni secondo cui l’accesso alla rete deve far parte di nuovi diritti dell’umanità, la privacy sul web è un diritto inviolabile di ciascuno, è diritto delle persone essere protetti dalle fake news.