
L’ex direttore generale del Policlinico Stefano Cencetti, foto Fiocchi
Modena, 15 maggio 2016 - Sono cinquanta le richieste di rinvio a giudizio per lo scandalo degli appalti truccati al Policlinico, tra persone fisiche e società. I pubblici ministeri Marco Niccolini e Pasquale Mazzei hanno firmato proprio in questi giorni l’atto, che sarà ora trasmesso al giudice per le indagini preliminari. Per cinquanta dunque è stato chiesto il processo.
Le indiscrezioni che trapelano al momento (se ne saprà di più, e soprattutto con maggiore precisione, nei prossimi giorni), parlano di una quasi totale conferma dei nomi che già erano emersi esattamente un anno fa: il 20 maggio 2015, quando furono chiuse le indagini preliminari. C’è, ma era scontato, quello di Stefano Cencetti, che tra il 2007 e 2012, ovvero nel periodo delle presunte tangenti e dei lavori pilotati per milioni e milioni di euro, era direttore generale dell’ospedale (tra le ipotesi a suo carico, turbata libertà degli incanti, corruzione e truffa). Nell’elenco l’allora presidente di Cpl Concordia, Roberto Casari, e l’ex direttore commerciale della stessa cooperativa, Nicola Verrini. Entrambi, come noto, sono coinvolti anche nello scandalo metanizzazione che proprio il colosso di Concordia ha travolto.
Stando sempre alle indiscrezioni, però, Cpl, in quanto società, non figura tra quelle per le quali è stato chiesto il processo: l’ipotesi corruttiva, in questo caso, è stata archiviata. Ma si sa anche altro, nel senso che i pubblici ministeri hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio per i rappresentanti degli altri colossi cooperativi emiliani. Il mondo delle coop, dunque, trema: a Modena, soprattutto, ma anche Reggio Emilia, Bologna, Ferrara. I nomi circolano da mesi, dopo la chiusura delle indagini di maggio 2015, ma soltanto con le imminenti notifiche agli avvocati delle parti si avrà un quadro preciso. Cooperative, va ricordato, che avrebbero preso parte a loro volta al complesso sistema corruttivo per mettere le mani sugli appalti dell’ospedale modenese: fiumi di denaro (tangenti) che sarebbero transitati anche attraverso società del mondo sanità, come hanno rilevato Nas e carabinieri. Questo ci porta ad ‘attraversare’ gli Appennini per arrivare ad Arezzo: Vasco Giannotti, ex deputato dei Democratici di sinistra, legato all’azienda sanitaria Gutenberg (assieme alla moglie) rischia di dover a sua volta affrontare il processo. Risulta anche il suo nome, difatti. All’epoca della chiusura indagini a suo carico si ipotizzavano i reati di turbativa d’asta e riciclaggio.
Infine i sostituti procuratori Marco Niccolini e Pasquale Mazzei chiedono il processo per Tommaso Fabbri, all’epoca professore ordinario di economia all’Università di Modena e Reggio Emilia, nonché alla fondazione universitaria ‘Marco Biagi’: nel capo d’imputazione si fa riferimento a un accordo preventivo di attribuzione d’idoneità in sede di prova d’esame per l’ammissione al corso in ‘Relazione di lavoro’ a favore di una parente dell’allora direttore generale del Policlinico, Stefano Cencetti.