
Ater, l’auspicio prima di lasciare l’incarico a inizio settembre: "Un solo cartellone per i due comuni"
Concordia si appresta a riaprire per il secondo anno il suo restaurato Teatro del Popolo, fortemente lesionato a seguito del terremoto 2012, ospitando dal 3 novembre, giornata inaugurale della stagione 2024/25, il cartellone che ha costruito il direttore Ater Fondazione, Roberto De Lellis, che si prepara dal prossimo 1 settembre a lasciare l’incarico con un auspicio importante che riguarda per il futuro la creazione di un cartellone condiviso tra Concordia e Mirandola.
Direttore quattromila presenze nella stagione inaugurale. Vi attendevate questo risultato?
"Siamo soddisfatti perché il timore quando inizi una nuova gestione è sempre che non sai bene come potrà andare, che risposta ci sarà del pubblico. Il territorio lo si impara a conoscere poco alla volta. La risposta, però, è stata buona, perché vi è stata una grande collaborazione da parte del Comune. Se un Comune partecipa, ci tiene, si dà da fare e c’è un’idea di politica culturale si riescono ad ottenere assieme risultati. A Concordia abbiamo avuto un grosso appoggio dall’inizio prima della apertura del teatro, poi ci sono stati comunque dei problemi nel mettere in moto una macchina del genere. Restano alcune cose da sistemare. Vedo però che si stanno dando da fare per arrivare al 100%. L’attesa da parte della città era altissima e abbiamo avuto una media di riempimento del 60% con alcuni spettacoli che hanno fatto sold out. Inoltre, abbiamo trovato riscontro anche da parte di alcune aziende locali come Cpl Concordia, Pavani Group, Idraulica F.lli Sala che ci hanno sostenuto".
Oggi avete anche un‘idea più precisa del vostro pubblico. Cosa gradisce di più?
"Sicuramente i grandi nomi sono sempre di richiamo, specialmente in provincia perché è più raro vederli da vicino. C’è anche una voglia di teatro leggero che cerchiamo di coniugare anche con qualche contenuto, perché è importante che ci sia un approccio al teatro non solo di intrattenimento. Anche nella imminente stagione 2024/25 abbiamo cercato di bilanciare tutto questo. Abbiamo già annunciato due nomi importanti, che sono Alessio Boni con ’Iliade. Il gioco degli Dei’ e Silvio Orlando con ’Ciarlatani’. Ce ne saranno altri, ma questi sono i più noti".
Si è letto sarà un cartellone di 7 proposte. Di quale genere?
"Come circuito multidisciplinare la nostra politica è fare un po’ tutto, non solo prosa, ma anche circo, danza e musica. Quindi ci sarà il circo, ci sarà la danza, meno difficile di quella proposta l’anno scorso e, pertanto, si è cercato un approccio più classico, più tradizionale. Poi ci sarà la musica che è piaciuta molto con Ron. Apriremo la stagione con la musica – come abbiamo fatto l’altro anno – con un artista importante che sta emergendo".
Concordia si va caratterizzando come teatro sovracomunale?
"Sicuramente prende lo spazio che non hanno gli altri luoghi attorno. Mirandola ha una sua stagione, ma deve adattarsi allo spazio a disposizione e alcuni spettacoli a Mirandola non riusciamo proprio a farli. È così per lo spettacolo di Boni e Orlando. A Concordia ci sono scenografie, ci sono luci, c’è un palcoscenico vero e proprio. Concordia e Mirandola saranno due stagioni diverse, che auspico – superando le difficoltà di dialogo delle amministrazioni attuali – possano diventare una stagione unica. Questo consentirebbe di avere non solo 7 titoli, ma 13 o 14 con una programmazione che si integra e si completa. Questa sarebbe la prospettiva, specialmente quando riaprirà il teatro di Mirandola".