
Da quando fu posata la prima pietra, in quell’agosto 1634, la basilica della Beata Vergine del Castello di Fiorano (foto Luciano Busani) è stata una ‘fabbrica’ aperta e continua ad esserlo; negli ultimi quarant’anni, tra l’altro, si è proceduto al consolidamento del colle, sono stati restaurati i cicli pittorici dell’interno, introdotto il riscaldamento a pavimento, rifatto l’organo, allestita l’esposizione degli ex voto, ridisegnato il Parco della Rimembranza e posata la statua a San Giovanni Paolo II, allestita la cappella in memoria di Don Rino Annovi, destinata alle confessioni. E molto resta ancora da fare, però possono portare la dicitura ‘fatti’ altri due importanti interventi che datano questo 2020, entrambi costruiti nel 1934 per i festeggiamenti del terzo centenario della prima pietra. E’ stata recuperata la ‘Casa degli Esercizi’, ora Centro Mikhaèl di formazione, spiritualità, preghiera ed è stato completamente ristrutturato il Salone del Pellegrino, con una doppia destinazione d’uso: accogliere i pellegrini che necessitino di uno spazio coperto e servire alle necessità della parrocchia. E’ infatti più grande di ogni altra sala disponibile e nel contempo più piccola e con una gestione assai meno costosa del Cinema Primavera. Vi si possono tenere molte delle iniziative comunitarie da conferenze e ritiri spirituali a momenti gastronomici e feste. L’intervento, per metterlo a norma da un punto di vista sismico, di risparmio energetico, di impiantistica è costato 640.000 euro, fra progetto, opere edili, materiali, impianti, cucina ai quali devono aggiungersi i 23.000 euro per l’area cortiliva e i 112.000 per l’acquisto dell’immobile dalla Città dei Ragazzi.
Le offerte finora hanno coperto circa il 40% delle spese, per cui è ancora necessario il contributo di tanti e non solo fioranesi, perché il Santuario è sorto come gloria della Delizia Estense e tempio diocesano, un ruolo che ha svolto soprattutto nella prima metà del ‘900, quando non c’era associazione cattolica o parrocchia che annualmente non vi prevedesse un convegno o un ritiro, portando, soprattutto con la ferrovia, anche diecimila persone in un giorno. I pellegrinaggi proseguono anche oggi, dall’Italia settentrionale, seppure con gruppi più ristretti e con singoli nuclei familiari, spesso stranieri, arrivati in zona grazie al Museo della Ferrari e, in futuro, si spera, grazie ai tour delle ‘Gallerie Estensi, i luoghi dell’incanto’. Troveranno il Santuario sempre aperto, in ogni stagione, un sacerdote per le confessioni, un ambiente dove sostare, attrezzato con wi-fi, arredi per conferenze e per il ristoro, uno spazio per i souvenir e un centro di spiritualità dove soggiornare.
Alberto Venturi