REDAZIONE MODENA

"Tumore scambiato per una cisti" Due urologi finiscono a processo

Carpi, accusati di omicidio colposo per la morte di Ivano Gavioli, 82 anni "Sbagliarono tipo di intervento"

Secondo le accuse non individuarono una massa tumorale situata sul rene destro, scambiandola per una cisti complessa. Operata per essere asportata in laparoscopia, la massa si sarebbe rotta provocando lo spandimento delle cellule tumorali. Sono stati rinviati a giudizio ieri con l’accusa di omicidio colposo due urologi di Carpi. Secondo la pubblica accusa, l’intervento eseguito in laparoscopia avrebbe appunto causato la morte di Ivano Gavioli, un 82enne carpigiano deceduto a maggio del 2017. La vittima si era rivolta al nosocomio carpigiano per una massa che insisteva sul rene destro. I medici, pensando ad una grossa cisti, optarono per l’intervento in laparoscopia, effettuato a novembre del 2014. In quel contesto emerse però come non si trattava di una cisti; bensì di un tumore. L’uomo, nonostante le immediate cure, morì tre anni dopo. Secondo il consulente del pm l’intervento avrebbe dovuto essere fatto a ‘cielo aperto’ e non in laparoscopia proprio per la rimozione totale e ‘pulita’ del tumore. La citata tecnica avrebbe infatti causato la rottura della massa tumorale, aggravando la situazione.

Tesi in contrasto con quella dei periti nominati dalla difesa, secondo i quali non vi sarebbe rapporto causale tra l’intervento e il decesso dell’uomo. Secondo la difesa sarebbe stata infatti corretta la scelta dei medici di procedere in laparoscopia.

Valentina Reggiani