
I corsi di sopravvivenza sono molti richiesti: primo posto libero a dicembre
Fiumalbo (Modena), 22 agosto 2023 – Nella Piana di Rotari, alle Tagliole, sulle montagne di Fiumalbo, si insegna a sopravvivere in situazioni estreme, nel bosco, di giorno e di notte, cibandosi soltanto di quanto offre la natura e riparandosi dove capita.
Lassù, al confine fra l’Emilia e la Toscana, c’è la Baita dei cinghiali dove ha la sede logistica e operativa Cimone Outdoor, la scuola internazionale di sopravvivenza e tecniche bushcraft, attività outdoor e di orientamento, certificata Opes per la formazione di operatori e istruttori di settore. La gestiscono Renzo Dinozzi e la sua compagna Milena che, oltre ai corsi di sopravvivenza, ne propongono di primo soccorso, di riconoscimento erbe, di orientamento, tiro con l’arco, cartografia, dal ‘bosco alla tavola’ e altri, oltre ad alcuni specifici per i bambini.
"I nostri corsi sono frequentati da persone di tutte le età – spiega Renzo Dinozzi –. Non c’è bisogno di avere preparazioni particolari, soprattutto in quelli base che sono di avvicinamento su come imparare a stare nel bosco e conoscerne le sue particolarità. Nella baita ci sono alcuni posti letto per i nostri ragazzi e a volte mettiamo le tende. Poi, tutt’attorno c’è il bosco dove svolgiamo le attività. Abbiamo formato un gruppetto di istruttori, fra i quali uno è specializzato per i corsi ai bambini; ci sono un istruttore nazionale di tiro con l’arco e un medico impegnato nei corsi di primo soccorso. Rispetto al passato l’interesse è aumentato per l’outdoor. Il primo week-end libero lo abbiamo a dicembre. Siamo contenti, siamo impegnati tutto l’anno".
Queste ‘avventure’ stimolano la fantasia e al contempo danno insegnamenti concreti, come quelli impartiti a chi frequenta corsi intermedi, fra i quali gestire la fame e la sete e quindi imparare a procurarsi il cibo, trovare l’acqua, ma anche come costruire un rifugio, cosa fare per non perdersi nel bosco, l’accensione del fuoco con le pietre "magie fattibili – commenta Dinozzi –, basta un poco di tecnica e il materiale giusto. I frequentatori dei corsi sono soddisfatti, vengono da tutta Italia. I primi giorni di settembre andremo per la terza volta, quest’anno, in Inghilterra, ospiti a un evento di rilievo, a rappresentare questa tipologia di attività".
Vengono anche stranieri alla Baita dei cinghiali. "Il prossimo mese abbiamo un team building – dice Dinozzi –, le cui attività hanno lo scopo di creare un gruppo di lavoro affiatato e produttivo, cioè per fare gioco di squadra. Lasciandosi alle spalle l’ufficio, discutono dei loro interessi extra lavoro, imparano a conoscersi e lavoreranno così in maggiore sintonia. Lo facciamo per conto di un’azienda americana che è la seconda volta che viene. Anche questa nostra attività è un modo per far conoscere il nostro Appennino".
Milena e Renzo ci tengono a tramandare alcuni modi di vita degli avi. "Una volta – raccontano – c’erano i carbonai, i boscaioli, i pastori che dovevano vivere da soli quando andavano in transumanza ed erano costretti ad arrangiarsi, a riconoscere le piante che potevano mangiare, ad accendere un fuoco, costruirsi un rifugio, cercare l’acqua e renderla potabile, fare dei nodi, delle legature. Noi non ci siamo inventati niente, sono cose che i nostri nonni facevano quassù in Appennino e altrove e noi ora vorremmo portarle avanti. Perché, soprattutto i giovani, non conoscono queste tradizioni".