Un miracolo nato in parrocchia. La svolta nel 2020

La Cittadella Vis Modena ha compiuto un percorso straordinario, dalla Terza alla vittoria in Eccellenza grazie all'apporto di Paolo Galassini. Dopo sfide e successi, il trionfo in D solleva la questione del campo da gioco.

Per riscrivere la storia del calcio modenese, la Cittadella Vis Modena ne ha fatta tanta di strada. Nata a fine anni ’60 presso la parrocchia di Sant’Antonio, nel 1988 era arrivato il primo salto dalla Terza alla Seconda, nel 2015 il primo storico in Eccellenza. Poi la "grande svolta" nell’estate del 2020, con l’ingresso di Paolo Galassini, imprenditore del marchio Usco, a dare l’imprimatur vincente. Già socio del Modena, Galassini aveva sfiorato la D guidando la scalata della Rosselli Mutina (assieme all’amico Gianlauro Morselli), arresasi solo nello spareggio perso con l’Axys ai rigori al "Mirabello" a maggio 2018. Da lì c’era stato il ritorno in gialloblù nella stagione di D, poi nella primavera del 2020 il nuovo addio per dare vita al progetto Cittadella. Galassini ha scelto i suoi uomini fidati (Fantazzi, Malavolta e Zanichelli), trovando grande feeling con la dirigenza guidata dal presidente Marco Lei e dal vice Michele Marchesini. In 4 anni il nuovo progetto ha dovuto dribblare prima il Covid, poi la clamorosa beffa del campionato successivo (con Salmi al timone) quando la "Citta" dominò il girone "A" che però non dava promozioni dirette e dopo il triangolare con Riccione e Corticella perse lo spareggio di Budrio coi bolognesi, fermandosi ai rigori alla semifinale nazionale col Pomezia. L’anno scorso una stagione tribolata chiusa al 3° posto. Ma in estate la società ha rilanciato, richiamando Salmi e con un mercato da 10 e lode e un attacco stellare ha dominato la stagione. Un trionfo che ora in D apre un interrogativo: dove si giocherà? Difficile mettere a norma il "Botti", San Damaso, Castelfranco o Carpi restano tre opzioni. Ma intanto c’è da godersi una meritata festa.

Davide Setti