Vaccino anti Covid, Modena c’è Saranno 300 i pazienti seguiti

L’Azienda ospedaliero universitaria collaborerà con AstraZeneca e l’università di Oxford. E’ l’unico centro in regione coinvolto in questo importante progetto di ricerca

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C’è l’Azienda ospedaliero-universitaria di Modena fra i sette centri italiani scelti per testare il vaccino contro il coronavirus sviluppato dall’Università di Oxford, in collaborazione con AstraZeneca. In questo ambito l’azienda modenese, che gestisce Policlinico e ospedale di Baggiovara, è l’unico partecipante della regione: sarà suo compito arruolare e seguire 300 pazienti provenienti da tutta l’Emilia-Romagna. Il tema sarà al centro di una conferenza stampa che si terrà questa mattina, alle 12, via piattaforma Meet. All’incontro parteciperanno Claudio Vagnini, direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria di Modena, Cristina Mussini, direttore della struttura complessa di malattie infettive dell’azienda nonché docente Unimore, e Andrea Cossarizza, professore ordinario di patologia generale e immunologia del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche materno infantili e dell’adulto della stessa Unimore.

Da sottolineare che al vaccino sviluppato dall’università di Oxford, stanno lavorando anche ricercatori italiani, come Giacomo Gorini, di Rimini, che di recente ha parlato a un gruppo di studenti della corsa all’arma principale contro il Coronavirus.

"Poco tempo fa Boris Johnson è venuto qui in laboratorio, a Oxford. Ho avuto modo di scambiare qualche parola con lui e si è complimentato per come l’Italia ha gestito la fase pandemica. Io sono orgoglioso di quanto ha fatto il mio Paese". Giacomo Gorini è un giovane ricercatore riminese allo Jenner Institute che sta combattendo il virus dalla trincea più avanzata: nei laboratori dove si studia il vaccino al Sars cov-2 o Covid-19.

La lotta planetaria e le parole scambiate con il premier britannico ieri sono entrate nelle aule del liceo scientifico Lemaitre della Fondazione Karis di Rimini, e in quelle del liceo classico Dante Alighieri dove in collegamento da Oxford, Gorini ha parlato ai ragazzi del virus, della ricerca del vaccino, ma anche della forza che anima i ricercatori e delle speranze che i ragazzi devono continuare a coltivare. Ma i ragazzi sono spaesati e chiedono certezze. "Quando si troverà un vaccino?" chiede Davide, un ragazzo di quinta.

"Le tempistiche non le so e non posso dire altro. Il vaccino che stiamo testando sta andando bene. Tra Regno Unito, Sud Africa e Brasile abbiamo decine di migliaia di persone che stiamo monitorando. Ma arrivati a questo punto c’è bisogno che il virus circoli per capire se il vaccino che stiamo sperimentando funziona. In aprile eravamo ambiziosi e pensavamo di poter dare una risposta già in settembre. Ora invece dobbiamo aspettare". Ma la voglia di normalità di chi a 18 anni vede una vita ‘distanziata’ davanti a sé non può accontentarsi di un "abbiate pazienza".