VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Via Costellazioni, parla l’aggredito: "Ho urtato la bicicletta di un bimbo. Mi sono venuti addosso in dieci"

Era con la moglie incinta. Viaggio nei dintorni dell’ex studentato dove domenica è scoppiata la rissa "Solo due abitano qui, gli altri sono venuti da fuori zona". I residenti: "C’è gente che vive nell’immondizia" .

Via Costellazioni, parla l’aggredito: "Ho urtato la bicicletta di un bimbo. Mi sono venuti addosso in dieci"

Via Costellazioni, parla l’aggredito: "Ho urtato la bicicletta di un bimbo. Mi sono venuti addosso in dieci"

"Vedi qua dietro, dove ci sono i punti? Hanno colpito forte. Mi hanno buttato la bici addosso e picchiato mia moglie, che è incinta. L’hanno picchiata stringendo un coltello tra le mani. Non abitano tutti qua, solo due di loro. Io non avevo fatto niente". Ci mostra i diversi punti sulla nuca, le ferite al costato e al volto il tunisino di 35 anni che domenica pomeriggio, insieme alla compagna è stato aggredito da un nutrito gruppo di centrafricani nell’area esterna dell’ex studentato Costellazioni.

Un edificio che racchiude più mondi: quello dei migranti accolti nel percorso di accoglienza, attraverso la cooperativa l’Angolo, quello delle famiglie in carico ai servizi sociali ma anche quello di semplici inquilini della palazzina. Tre realtà completamente diverse, caratterizzate da situazioni complicate che spesso entrano in contrasto tra loro.

Sulla maxi rissa di domenica sono ora in corso accertamenti da parte della Squadra mobile. Pare che l’aggredito avesse urtato in bicicletta il bambino di uno dei papà accolti nel percorso d’accoglienza, che stava rientrando nello stabile insieme alla famiglia e amici. Da quel momento la situazione sarebbe degenerata. "Io ero in bici e lui spingeva il passeggino – spiega il tunisino – erano in dieci, io ho chiesto permesso ma loro mi hanno chiesto di spostarmi e poi mi hanno aggredito, me e mia moglie. Solo due abitano qua, gli altri no". Pare che alla rissa abbiano preso poi parte anche amici della vittima e amici degli aggressori, tanto che alla fine le persone coinvolte sono state ben più di dieci.

Ma che ‘aria’ si respira dentro e fuori lo stabile? I residenti parlano di una situazione di degrado, più che altro per i rifiuti abbandonati a terra ma anche di ‘insicurezza’ per il continuo via vai anche la notte di gruppi di stranieri che spesso nulla c’entrano con gli accolti nella struttura, oltre a noti episodi di spaccio. "Mi sento la spazzina del quartiere – afferma una residente – ogni giorno tolgo dal marciapiede cumuli di rifiuti e immondizia. Non solo: c’è un ragazzo che da mesi vive in auto, in mezzo all’immondizia". A pochi passi dalle abitazioni, infatti, è parcheggiata un’auto dove ieri era intento a dormire un giovane straniero: attorno a lui, nell’abitacolo, rifiuti di ogni genere, coperte e indumenti.

Proprio stasera il comitato villaggio Zeta si incontrerà per fare il punto sulla situazione nella zona. Alcuni dei migranti inseriti nel percorso di accoglienza, di origine ghanese e nigeriana sottolineano come la situazione, tra i corridoi dell’ex studentato, sia effettivamente tesa. "Ci sono alcuni problemi, sì – conferma un giovane nigeriano – ma niente violenza. È difficile mettersi d’accordo con chi non si conosce". "Violenza mai, ma c’è un gran caos qua dentro", sottolinea un altro ragazzo.

"La situazione non è bella: vivo qua con la mia famiglia e ho paura per i miei bambini – commenta invece un papà ghanese, seguito dai servizi sociali. C’è sempre casino, fanno casino a tutte le ore e non mi sento tranquillo. Però un episodio come quello di domenica non era mai avvenuto prima". A confermare come gli episodi di violenza, in realtà, non siano frequenti sono le dipendenti del bar situato all’interno del complesso: "Apriamo alle 6 del mattino e chiudiamo alle 17: siamo sempre sole ma fortunatamente a noi non è mai capitato nulla. Siamo qua da oltre un anno, ‘maneggiamo’ denaro ma problemi non ne abbiamo mai avuti".