Gibi school, Mario Biondo e la felpa made in Modena: "La mia startup nata sui banchi del liceo"

Il giovane, 25 anni, ha creato l’azienda mentre frequentava il San Carlo. "Abbiamo ideato indumenti col logo della scuola, andarono a ruba". Da quel momento non si è più fermato: "Oggi lavoriamo con più di 300 istituti in tutta Italia. E sogniamo sempre più in grande"

Mario Biondo, classe 1997

Mario Biondo, classe 1997

Modena, 15 luglio 2023 – Un sogno nato tra le mura di casa e scuola che diventa realtà. Così Mario Biondo, classe 1997, ha creato, appena ventenne, una startup di successo, che oggi è una realtà consolidata che veste gli studenti di tutta Italia. Da allora, la sua Gibi ha rivoluzionato il mercato dell’abbigliamento e del merchandising scolastico.

Come ha iniziato?

"Ero rappresentante d’istituto al Liceo San Carlo, una scuola con un fortissimo senso di appartenenza, che si prestava bene. Così, ispirandomi ai college americani, insieme all’altro rappresentante Tomas Nalbandian abbiamo creato una linea di felpe con il logo della scuola e il primo anno ne abbiamo vendute circa 300 (su 350 studenti). L’anno dopo abbiamo lanciato una nuova collezione che gli studenti hanno ricomprato nonostante avessero già acquistato una felpa simile l’anno prima. Di lì, diverse scuole di Modena hanno iniziato a contattarmi e l’anno dopo, il primo anno di università, avendo capito che poteva funzionare, io e il mio socio di allora, Giorgio Garuti, abbiamo fondato Gibi".

Siete stati i primi?

"In Emilia Romagna sì, ma c’era già qualche altra realtà simile. Abbiamo iniziato con 6 scuole modenesi e una di Riccione. L’anno successivo sono diventato l’unico socio: ho iniziato a creare una rete in tutta Italia e in un anno siamo arrivati a 70 scuole, decuplicando il fatturato. È stato difficile, ero al secondo anno di università. Di giorno studiavo, la notte mi occupavo di gestire gli ordini e la parte commerciale: facevo tutto io da casa mia. Oggi abbiamo più di 300 scuole sparse in ogni regione d’Italia".

Quali servizi offrite?

"Abbigliamento per le superiori, per elementari, medie e private e merchandising per le aziende. Ancora, servizi fotografici e annuari e la Gibi Academy, un supporto ai futuri rappresentanti d’istituto per aiutarli a capire come ricoprire al meglio questo ruolo. Abbiamo poi una decina di aziende partner con cui collaboriamo su temi utili alle scuole: educazione finanziaria, sostenibilità, educazione civica".

Com’è dirigere un’azienda fatta di giovani?

"Avendo io 25 anni è abbastanza semplice, siamo tutti coetanei. Ho cercato di portare all’interno di Gibi i ragazzi più in gamba che conoscevo. C’è un ambiente di lavoro sano, dinamico, dove oltre al rapporto lavorativo ci sono amicizie di lunga data. Oggi siamo circa una decina a Modena, oltre a una serie di collaboratori esterni sparsi in tutta Italia".

È una grande soddisfazione.

"Sì, ma è una grande responsabilità. Quando lavori con persone che conosci bene la soddisfazione è grande, ma la responsabilità ancora di più. Negli ultimi anni siamo passati dall’essere un’azienda commerciale a un’azienda di produzione, una piccola manifattura. Ci siamo ingranditi, abbiamo cambiato varie sedi. Per il momento siamo soddisfatti, ma vogliamo crescere sempre più".

Qual è stato il segreto?

"Ho avuto la fortuna di incontrare persone molto valide che hanno creduto nel progetto quanto ci credevo io e che hanno visto Gibi non solo come un primo lavoro, ma come una realtà dove crescere. Così è stato: da un piccolo ufficio in camera mia, oggi siamo in uno stabile di oltre 500 metri quadri. La cosa fondamentale è lavorare in un ambiente dove ci si trova bene, dato che il lavoro, per la maggioranza occupa gran parte della giornata e della vita".

Progetti per il futuro?

"Sicuramente diventare la più grande azienda italiana per quanto riguarda l’abbigliamento scolastico di superiori, medie ed elementari. Il sogno è di esportare Gibi oltre i confini nazionali, portando il nostro modello in Europa".