‘Joan as Police woman’ in scena all’Off

« Voglio offire una selezione dei miei brani preferiti, pescati da oltre sette dischi»

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Modena, 23 novembre 2019 - Arriva da New York con un inedito live solo, quindici anni di carriera che verranno ripercorsi in una notte: lei è Joan Wesser – in scena ‘Joan as Police woman’ –, tra le artiste più stravaganti del songwriting al femminile, e sarà sul palco dell’Off di Modena stasera (23 novembre) con il suo ‘Joanthology solo tour’, un ritorno alle origini del sound che da sempre la contraddistingue tra pianoforte, chitarra, la sua inconfondibile voce e la sua carismatica presenza scenica. Tour dedicato, come suggerisce il nome, alla sua ultima fatica: ‘Joanthology’, la sua prima retrospettiva pubblicata il 24 maggio per Pias Rercordings. Si tratta di un multi album contenente i migliori successi e materiale inedito , un’antologia degli ultimi quindici anni di brillante carriera musicale che spazia nei generi e nelle influenze, mettendo in rilievo la dedizione alla sperimentazione che Joan ha sempre avuto nei confronti della musica e dell’arte. Joan che sul palco si trasforma e diventa ‘As Police woman’, come Angie Dickinson in una serie televisiva anni ’70: «Un giorno – racconta – mi sono tinta i capelli di biondo e una mia amica mi ha fatto notare la somiglianza proprio con Angie. Da allora questo è il mio nome d’arte». Joan, sei nella nostra città per presentare Joanthology. Da dove nasce la necessità di una retrospettiva? «Volevo offrire una selezione dei miei brani preferiti, pescati da oltre sette dischi. Ho incluso alcuni lati B e registrato anche un paio di nuove tracce. Questa esperienza mi ha anche permesso di guardare indietro al mio catalogo, cosa che non faccio mai. Ho rielaborato molte delle mie vecchie canzoni per adattarle all’impostazione solista di questo tour di Joanthology». Sei stata in Italia anche a giugno di quest’anno, per le prime date del tour. Come è andata, hai qualche bel ricordo da condividere? Per quanto riguarda Modena, è la tua prima volta qui? «Sono già stata a Modena in passato, e ogni volta non vedo l’ora di tornare. Tra i ricordi più belli di quest’estate, sicuramente c’è Padova, la sua Sala dei Giganti, il suo pubblico meraviglioso, è stato un grande spettacolo. È sempre bello tornare a Roma, al Monk Club, dove ho suonato diverse volte. È venuto fuori uno show molto divertente, circondata da tanti amici. La cerniera della mia tuta vintage si è rotta e ho dovuto legarla per il bis. E poi ancora Bologna, il Festival Botanique nei giardini di via Filippo Re: un’ambientazione incredibilmente meravigliosa e, come sempre, incredibile il pubblico di Bologna. Posso dire che amo l’Italia?». Eccome, ci rendi orgogliosi. Joan, sei riuscita a costruirti una carriera solida in un mondo, quello del cantautorato, non facile soprattutto oggi, nella nostra società in cui tutto si muove fin troppo velocemente. Cosa ti senti di consigliare a chi ci sta provando? «Di cogliere ogni opportunità che si presenta lungo la strada. Gioca tutto il tempo. Non provare a sembrare come qualcun altro. Suonare come lo fai tu è ciò che la gente vuole sentire. Ancora più importan te, non fermarti». Cosa ti (e ci) riserva il futuro? «Sto finendo il mio secondo album ‘Covers’, in tournée in primavera con Parker Kindred alla batteria e Jacob Silver al basso. Sto scrivendo e registrando un secondo album in collaborazione con Benjamin Lazar Davis. Sto lavorando a un nuovo album... E ci sarebbe molto di più, ma non posso ancora parlarne».