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Il vescovo a Monteobizzo, Don Roberto: "Dobbiamo perdonare"

Pavullo, si è insediato ufficialmente il nuovo parroco dopo i pettegolezzi che avevano coinvolto don Luciano Venturi FOTO Chiesa gremita

Il neo parroco don Roberto Montecchi insieme al vescovo

Pavullo (Modena), 9 novembre 2015 - Chiesa gremita sabato a Monteobizzo di Pavullo per la cerimonia di ingresso del nuovo parroco don Roberto Montecchi (FOTO). Bambini, giovani, adulti, famiglie e anziani. Praticamente la comunità intera ha voluto dare il benvenuto al nuovo giovane parroco, già conosciuto a Pavullo, dove da anni guida la parrocchia di San Bartolomeo. Presenti anche il sindaco Romano Canovi e la Giunta, il comandante della municipale e i carabinieri. È stato un momento emozionante, che ha messo a tacere, almeno per un giorno, le ferite che ancora segnano la comunità, colpita questa estate dalle malelingue sulla presunta paternità del precedente parroco don Luciano Venturi, subito smentite, ma il cui impatto ha portato alla fine alle dimissioni del sacerdote, lo scorso 25 ottobre.

La cerimonia è stata presieduta dall’arcivescovo Erio Castellucci, che già martedì aveva incontrato i parrocchiani di Monteobizzo. «Quello di martedì è stato un incontro franco e serrato – ha spiegato il vescovo dopo la messa –, durato due ore e mezzo. Del resto la comunità ha subìto incomprensioni, ferite profonde, risentimenti. Ci sono state persone agguerrite, ma che oggi ho visto gioiose. Ho colto in loro la voglia di ripartire. Ai parrocchiani consiglio di chiarirsi, ma senza continuare a ferirsi, mettendosi in un’ottica positiva. A don Roberto consiglio invece – ha aggiunto il vescovo –, di essere sereno e di valorizzare la vivacità di questa comunità. Lo dico in senso positivo – ha precisato sorridendo –, non ironico. Quella di Monteobizzo, infatti, non è certo una comunità chiusa, ma questo è un dato positivo. E sono contento che don Roberto abbia accettato questo incarico».

Molto toccante l’omelia di don Roberto Montecchi, basata sul messaggio di amore tra fratelli contenuto nella lettera di San Paolo apostolo ai Romani, scelta non a caso come prima lettura della celebrazione. «Ho avuto molte titubanze all’inizio – ha detto alla fine don Roberto –, perché sono solo (tra San Bartolomeo e Monteobizzo il parroco guida adesso 10 mila parrocchiani ndr), ho un carattere orribile (sorride ndr) e mi sono trovato di fronte tante sfide. Ma il vescovo mi ha detto che non sono solo, perché la comunità sarà con me. Non possiamo ripartire, però, senza la capacità di perdonare, anche coloro verso i quali abbiamo risentimento. Perdonare è la svolta che ci viene chiesta adesso», ha aggiunto il nuovo parroco, che ha chiesto in anticipo scusa ai presenti.

«Vi chiedo scusa adesso se non saprò ascoltarvi tutti, e vi chiedo scusa per il mio carattere e i miei errori. Perché gli errori dei preti, come quelli dei politici, valgono doppio. Il clima della comunità è ancora tosto –, ha detto –. Ma vi chiedo di essere schietti con me, e anche misericordiosi», ha concluso don Roberto, ringraziando i parroci di Monteobizzo che l’hanno preceduto, don Gemello prima e don Luciano poi.