Referendum sulla Costituzione, l'intervista alla partigiana Aude Pacchioni

La presidente dell'Anpi dice la sua sull'importante consultazione di ottobre, decisiva per il governo Renzi

Aude Pacchioni è la presidente dell'Anpi

Aude Pacchioni è la presidente dell'Anpi

Modena, 25 maggio 2015 - «Attenzione a non indebolire la democrazia». E’ il monito di Aude Pacchioni, la presidente dell’Anpi, che interviene in questi giorni in cui i partigiani sono tornati al centro del dibattito pubblico. L’associazione nazionale si è espressa con chiarezza per il ‘no’ al referendum costituzionale di ottobre. Il Pd, è noto, sta col governo, e quindi ancora una volta si prefigura uno scontro duro nel campo della sinistra. La Pacchioni, che ai tempi della Seconda guerra chiamavano tutti Mimma, dall’alto dei suoi novant’anni legge così la situazione: «Noi non siamo d’accordo, ma vogliamo che tutte le opinioni vengano messe a confronto». E’ un vecchio ‘mantra’ partigiano: ragionare con la propria testa.

Breve nota biografica, a uso e consumo di chi non conoscesse questo ‘mitico’ personaggio del panorama politico modenese. Dopo essere stata impegnata nella Resistenza, si è occupata dei diritti delle donne. Per anni presidente provinciale dell’Udi (Unione donne italiane), è stata assessora al Welfare del Comune di Modena in un momento davvero rivoluzionario: gli asili, le scuole e le colonie estive sono solo alcuni dei traguardi di quel fortunato periodo.

La posizione dell’Anpi locale, dunque, è uguale a quella dell’associazione nazionale...

«Gli iscritti a grandissima maggioranza hanno scelto di schierarsi dalla parte del ‘no’. E quindi la nostra posizione è questa. Detto ciò, ci preme che entrambe le versioni abbiano uno spazio per confrontarsi. Non siamo interessati al sensazionalismo».

Alcuni importanti esponenti dell’Anpi come il comandante ‘Diavolo’ Germano Nicolini hanno detto che voteranno sì. Che ne pensa?

«E’ giusto, non vogliamo essere per forza compatti. Non ci dimentichiamo che in democrazia le opinioni vanno confrontate, è fondamentale farlo».

Qualche giorno fa il ministro Maria Elena Boschi ha detto che i partigiani ‘veri’ voteranno sì. Lei, che è stata partigiana ‘vera’, si è sentita offesa dalle sue parole?

«No. Però penso che la ministra dovrebbe fermarsi cinque minuti a riflettere prima di parlare».

Parliamo, nello specifico, della riforma. Cosa c’è che proprio non la convince?

«Andava fatta con più equilibrio. Le modifiche della seconda parte della Costituzione avranno, inevitabilmente, una forte incidenza anche sulla prima. Bisogna stare molto attenti».

Lei viene da una lunga esperienza in politica. Come giudica questa fase in cui i rapporti a sinistra sono, senza dubbio, complicati?

«Non è un momento facile, ma voglio chiarire che la nostra posizione non è contro il governo. Su questa riforma abbiamo dei dubbi e li esprimiamo, poi ognuno ragiona con la propria testa».

Alla Festa dell’Unità il referendum farà la parte del leone: la kermesse democratica servirà anche a spingere forte in direzione del ‘sì’. Voi ci sarete, anche se siete per il no? Ne avete già parlato?

«Non abbiamo ancora affrontato la questione».