Padova, Cartabia: "In Italia troppe leggi, indagini, carcere e processi prescritti"

Esiste, afferma la Guardiasigilli, un'invasività del diritto penale per cui "creare aggravanti o innalzare le pene è la scorciatoia" con cui si risponde ai problemi

La ministra della Giustizia Marta Cartabia

La ministra della Giustizia Marta Cartabia

Padova, 23 ottobre 2021 - In Italia ci sono "troppe indagini e troppi processi: più del 35% di questi finiscono in assoluzioni". Lo ha ricordato la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, a Padova al convegno "Autorità pubbliche e libertà del cittadino"- all'interno di 'Padova legge', sottolineando inoltre "che la prescrizione dei reati colpisce il 37% dei processi in fase di indagine preliminare e il 65% entro il primo grado. C'è un problema di numero delle iscrizioni, di capacità di portarle a termine e di tempi con cui queste si svolgono", tutti motivi che hanno spinto la riforma in atto.   "Non chiamatela riforma Cartabia, è frutto di un concorso di esigenze, contributi e collaborazioni" ha aggiunto la Guardasigilli sottolineando che "il cantiere è aperto" e "la Costituzione è l'elemento che guida i passaggi della riforma".  

"Troppo carcere per pene brevi", meglio "sanzioni sostitutive"

La Ministra nel corso del suo intervento a Padova ha puntato il dito contro il "troppo carcere" esistente in Italia. "Ci sono ancora tanti troppi problemi - ha spiegato - come l'uso della custodia cautelare in carcere già oggetto di una riflessione molto attenta nell'ultimo Consiglio dei ministri d'Europa. Quante detenzioni in carcere ci sono per pene brevi in cui di fatto le persone vengono esposte a una criminalità per cui si rischia di ottenere effetti contrari a quello della rieducazione?". Cartabia ha quindi lanciato la proposta di "sanzioni sostituite alle pene detentive brevi per evitare inutili passaggi in carcere che sono dirompenti per il carcere e la persone" e che rischiano di essere una inutile perdita di tempo per l'intero sistema giudiziario.

Abuso del diritto penale: "Aggravanti o innalzamento pene" per risolvere problemi

Il potere di punire, "tanto terribile quanto necessario" ha rimarcato la Ministra, ha assunto "delle dimensioni esorbitanti e non solo in Italia: un 'panpenalismo' fatto di abuso e invasività del diritto penale" per cui "creare aggravanti o innalzare le pene è la scorciatoia" con cui si risponde ai problemi. Secondo la Guardiasigilli esistono "troppe leggi, troppe norme, troppi processi e forse troppe indagini lasciate cadere e troppo carcere" e di fronte a queste si dovrebbe "introdurre una fase parlamentare in cui prima di fare un intervento si vada a vedere che effetto ciò può produrre sull'intero ordinamento, sul carcere o sul suo sovraffollamento e sulla possibilità stessa di dare applicazione effettiva della legge".