Diletta Miatello: chi è l'ex vigilessa accusata di aver ucciso la madre e ferito il padre

La 51enne è stata fermata nella notte nel Vicentino, diverse ore dopo il ritrovamento delle vittime a San Martino di Lupari (Padova). L'84enne Maria Angela Sarto morta nel letto e il marito Giorgio Miatello, 89 anni, ferito in gravissime condizioni.

Padova, 28 dicembre 2022 – È stata fermata nella notte la 51enne Diletta Miatello, l’ex vigilessa trevigiana accusata di avere ucciso la madre Maria Angela Sarto, 84 anni, e di aver ferito gravemente il padre, l’89enne Giorgio Miatello. L’anziana è stata uccisa con diverse coltellate nella sua abitazione a San Martino di Lupari, nel Padovano. Ferire da arma da taglio anche per il marito, che ora è ricoverato in condizioni disperate. È successo nella tarda mattinata di ieri. Un indizio potrebbe incastrare la figlia della coppia. 

Diletta Miatello e Maria Angela Sarto (nel riquadro)
Diletta Miatello e Maria Angela Sarto (nel riquadro)

L’accusa della sorella

Quando è stata fermata, Diletta Miatello si trovava in un hotel di Romano d'Ezzelino, nel Vicentino. Ad accusarla sarebbe la sorella Chiara che, dopo avere cercato più volte al telefono i genitori, si è precipitata nella loro abitazione trovandosi di fronte a una scena raccapricciante. Due corpi martoriati: la mamma in camera da letto con la testa fracassata e il padre al piano di sotto, ferito da diversi fendenti, ancora vivo ma agonizzante. L'uomo è ricoverato in rianimazione all'Ospedale di Padova. Gli investigatori stanno scavando nella vita della 51enne, figlia maggiore della coppia, e stanno ricostruendo i rapporti familiari, per capire cosa abbia innescato il cortocircuito che ha portato alla violenza nella villetta bifamiliare di via Galilei.

Le richieste di denaro

La vicenda, secondo quanto fatto trapelare dai carabinieri che stanno indagando, ruota attorno alle progressive instabilità psicologiche di Diletta, una ex agente dalla polizia locale di Asolo – piccolo Comune del Trevigiano – che, dopo la separazione dal marito e l'affidamento del figlio al padre è tornata a vivere nella villetta bifamiliare dei genitori. Non aveva un lavoro perché nel 2009, dopo la nascita del figlio e l’inizio della crisi continuabile, aveva rinunciato all’incarico nel Comando di Asolo.

Nel tempo, la presunta omicida avrebbe manifestato un progressivo disagio mentale, sfociato in liti continue soprattutto legate alla richiesta di denaro. Dopo essersi licenziata, infatti, Diletta Miatello non aveva infatti più trovato un lavoro. Aveva persino cercato aiuto sui social pur di ottenere una occupazione.

Il fermo

Ad indicarla come autrice dell'aggressione ai due coniugi – compiuta, pare, con un coltello e un altro arnese – è stata la figlia minore, Chiara, che vive a Cittadella con la famiglia. Diletta è stata rintracciata diverse ore dopo la scoperta dei corpi in un albergo del Vicentino. La decisione di disporre il fermo per il doppio reato di omicidio e tentato omicidio è giunta al termine dell'interrogatorio a cui è stata sottoposta nella caserma dei carabinieri di Cittadella. Secondo quando si è appreso, la donna non avrebbe fatto alcuna ammissione sul delitto.

"No a infermità mentale"

"Quanto accaduto a Padova, se confermato dalle indagini in corso, ci fornisce un quadro agghiacciante, con una riduzione dei rapporti familiari a mera mercanzia e senza nessun rispetto". Lo dice Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. "Se è vero, come sta emergendo, che è stata la figlia a uccidere la madre e a ridurre in fin di vita il padre per una questione di soldi, dobbiamo riflettere seriamente su una crisi valoriale profonda e radicale”, aggiunge Antoniozzi, che sta per presentare un disegno di legge di riforma proprio sulle infermità e seminfermità mentali. “Spero che nessuno invochi infermità inesistenti e che si abbia anche per questo profondo rispetto del grande dolore vissuto dalla famiglia”.