Medici di base in rivolta, il Veneto fa muro. Flor: "Pensino ai tamponi"

Mentre i sindacati di medici di base e pediatri minacciano sciopero, il numero uno della Sanità Veneta non cede: "Faccio un appello alla responsabilità per non creare incertezze"

Medici di famiglia

Medici di famiglia

Padova, 28 gennaio 2022 – Braccio di ferro tra le fila della sanità veneta, pediatri e medici di famiglia in rivolta minacciano sciopero per l’aumento di lavoro dovuto alla pandemia. Tra tamponi, visite e incombenze burocratiche legate alle quarantene, che oggi in Veneto sono quasi 257mila, il sindacato dei medici minacciano guerra.

Dura la reazione del direttore generale della sanità del Veneto Luciano Flor. "Una componente (la Fimmg, ndr) prende atto della situazione di grande difficoltà e dice: 'forza, pedalare', mentre qualcuno invece (Snam e Smi, ndr), invoca lo sciopero informatico sulla stampa, perché al momento non abbiamo alcuna comunicazione formale", spiega Flor. Nel frattempo, però, i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta effettuano solo il 3% dei tamponi che ogni giorno vengono fatti in Veneto e ad esempio "ieri i medici di medicina generale che hanno fatto tamponi, 256 su 2.870 circa, ne hanno fatti 10 a testa".

Insomma, servirebbe più collaborazione da parte di tutti, tanto più che "con una componente di medicina generale c'è stato contenzioso legale davanti al Tar”, che di fatto ha dato ragione alla Regione sul tema tamponi. “È una sentenza pubblica (del 15 gennaio 2022, ndr), faccio un appello alla responsabilità tutte le persone, c'è la necessità in questo momento di non creare incertezze dove queste non abbiano motivo di esistere", aggiunge Flor.