Acquaviva, dove il futuro è nel passato

Un gruppetto di case abbandonate dalla prima guerra mondiale torna a vivere grazie a nuovi proprietari e ad un istituto di design

Migration

Cosa proveranno studenti da tutto il mondo a superare la piccola Borgo Pace, oltrepassare l’ancor più piccola frazione di Parchiule, per arrivare nel minuscolo borgo di Acquaviva? Qui esiste un gruppetto di case, un borghetto, che sfida il tempo abbarbicato sui pendii dell’Appennino, incrociandosi con i confini di tre regioni tra Borgo Pace, Badia Tedalda, Sansepolcro e Sestino, dominati dall’alto dall’Alpe della Luna. Acquaviva venne abbandonato dopo la prima guerra mondiale, ma da qualche anno è tornato a nuova vita grazie ad alcuni abitanti "resilienti" che hanno riportato la vita tra queste case dai muri in pietra. Acquaviva, dopo un primo parziale recupero negli anni ‘90 da parte dell’artista inglese Serena Thirkell, oggi grazie a Luca Gori, manager originario della toscana Badia Tedalda e Giovanni Nicola Ermini, farmacista di Fossombrone, vede una nuova rinascita. In questi giorni ha preso avvio una collaborazione con l’Istituto Europeo di Design che, per l’anno accademico 20212022, ha organizzato nella sua sede di Firenze, un corso di design su un innovativo progetto dal titolo "Natural work, Acquaviva in Alpe della Luna". "Un titolo che parafrasando l’ormai conosciuto smart-working -spiegano dall’Istituto- ci conduce al lavoro non nella propria abitazione ma a contatto con la natura. Il progetto si è concentrato su un modello di sostenibilità territoriale che sappia unire tradizione e innovazione, con l’obiettivo di fondere due modi di vivere contrastanti, che raccontino il passato di un luogo per continuarne il futuro. Agli studenti è stata data ampia libertà di interpretazione per un’idea progettuale che potesse coinvolgere le comunità in un modello di economia circolare e di rivitalizzazione culturale, artistica, con nuovi connotati espressivi".

Ieri gli studenti dell’Istituto Europeo di Design hanno fatto il primo sopralluogo ad Acquaviva con i docenti, accompagnati anche dal sindaco Romina Pierantoni, per prendere contatto con questa realtà fuori dal tempo e per poter toccare con mano quello che sarà l’oggetto dei loro progetti per i prossimi mesi. "Sono uscite già delle idee fantastiche -raccontano gli organizzatori-, fuori dagli schemi che spaziano in molteplici e sorprendenti direzioni per un futuro che può essere alla portata di mano". Insomma, il recupero di questi borghi storici che costellano il nostro Appennino non è più un’utopia.

Andrea Angelini