REDAZIONE PESARO

Acquedotto del Nerone a Mms. Felici attacca: "Vendita illegale, le condotte sono pubbliche"

E svela: "Vallefoglia dà inizio al processo di fusione Megas-Mms ottenendo l’allungamento della condotta fino al suo Comune. Un beneficio fuori programmazione a discapito di altri".

Acquedotto del Nerone a Mms. Felici attacca: "Vendita illegale, le condotte sono pubbliche"

Michele Felici (foto a destra), sia per la sua professione durata decenni a capo dell’ufficio tecnico del comune di Urbino sia per il suo documentatissimo archivio, conosce i fatti economici e politici che hanno caratterizzato questa provincia. Un esempio: l’acquisto da parte di Marche Multiservizi dell’acquedotto del Nerone che, per Michele Felic, è stata un’operazione vietata dalla legge. Ecco cosa scrive: "Nel 2001 per scindere la proprietà dalla gestione dei servizi, nasce, per il comune di Pesaro, Aspes Multiservizi alla quale viene affidata la gestione dei servizi pubblici.

Nel 2002 Aspes Multiservizi, attraverso gara pubblica, cede una parte del capitale sociale al

partner industriale Seabo S.p.A. di Bologna che, nel 2003 diventerà Hera s.p.a. trasformando

Aspes Multiservizi in Marche Multiservizi. Nel 2002 la Multiservizi acquisisce la società Megas, l’acquisizione non avviene per le reti che debbono rimanere obbligatoriamente ad una società completamente pubblica; nasce così Megas Net come dettagliatamente descritto dalla “delibera tipo” del C.C. del comune di Urbino n.107 del 25.11.2002. Questo atto certifica che la Multiservizi non poteva (e non può) essere proprietaria di strutture relative all’acquedotto. Il Consiglio Provinciale, con delibera 28/2017, approva l’ipotesi di fusione della società

Megas Net in Marche Multiservizi e approva anche la “Relazione (datata 08.11.2017) sulla fattibilità di questa operazione. Il 6 febbraio 2018, il giornale “Energia” di Milano scrive che la città Vallefoglia, che controlla il 2,5% di Megas-Net, ha dato il via libera alla fusione con Marche Multiservizi, partecipata al 49,60% da Hera. Con l’accettazione e l’approvazione di tutti (delibera tipo CC n.9 Urbino del 03.03.2018), il 28.05.2018 viene sottoscritto l’atto notarile e la proprietà dell’acquedotto del Monte Nerone da MegasNet passa alla Multiservizi. Subito dopo la Multiservizi cede le quote a Hera che rimborsa i vari soci di MegasNet (i Comuni) per un totale di 15 milioni di euro. Nella delibera (tipo) sopracitata è scritto: “l’Art. 21 – Amministratori Delegati: la modifica proposta è volta a prevedere che l’amministratore delegato sia scelto tra i Consiglieri non nominati da Enti pubblici e coerentemente con quanto risultante dalla gara a suo tempo effettuata per la scelta del partner strategico industriale e successivamente attuato”. A quel punto, il comune di Vallefoglia dà inizio al processo di vendita, a una Società privata, dell’acquedotto del Nerone e l’acquedotto del Nerone eroga l’acqua agli abitanti di Vallefoglia. Ciò conferma e mette in evidenza che nella MMS la nomina dell’Amministratore Delegato è riservata solo ed esclusivamente a Hera e ciò esclude tutti i comuni da qualsiasi decisione. Il patto sociale soprariportato (che è del 2002), certifica che Hera gestisce la MMS, questa società, con il “contributo” della città di Vallefoglia e la sua quota del 2,5%, diventa “operativa” e, con la fusione di Megas Net in Marche Multiservizi, vende a un privato un bene demaniale (asset del S.I.I. e del Gas) che viene sottratto a tutti i cittadini. Al 2022 Marche Multiservizi (e/o Hera), quale proprietaria dell’acquedotto del Monte Nerone e senza tener conto (dell’ex?) Piano Regolatore degli Acquedotti che destina tutta l’acqua a Urbino, allunga detto acquedotto fino a servire gli “utenti” della città di Vallefoglia investendo la somma di circa 1,7 milioni di euro. Questa vicenda che è iniziata con il fare di Vallefoglia che dà inizio al processo di fusione Megas-MMS, si conclude concedendo a questa “Città” un beneficio fuori della

programmazione generale e il beneficio a “uno” viene realizzato a discapito di altri come è

dimostrato (anche) da recenti inconveniente nell’erogazione idrica. Tutto ciò mostra come Marche Multiservizi sia al “servizio” di una parte e, nonostante ciò, incontra il consenso di molti (di tutti!) perché strutturata in modo che tutti (tutti gli enti) ottengano un qualche beneficio con la ripartizione degli utili che sono una “tassa” imposta agli utenti. Inoltre avendo questa Società la possibilità di scegliere i “rappresentanti pubblici” (presidente, consiglieri, revisori di conti) e riconoscendo a questi un normale compenso (sempre utile e qualche volta indispensabile) in ultima analisi “sceglie” un “management aziendale” disposto a non contrastare le “iniziative aziendali” anche se queste non favoriscono il bene comune e gli interessi di tutti".

Scrive Felici: "Ai Politici e Amministratori della zona si chiede di prendere atto che la Multiservizi è una società privata alla quale non può essere delegato alcun compito di programmazione dei servizi come quello dell’acqua, del gas metano e dei rifiuti perché questi non possono essere guidati solamente dalla logica degli utili. Tenendo presente ciò, è necessario che tutti sostengono le iniziative giudiziarie (gia intraprese) per annullare il passaggio ad un privato di un bene pubblico demaniale come l’acquedotto, inoltre è opportuno che tutti impediscano che nella gestione dei servizi ci sia utile “libero” non vincolato a mantenimento e adeguamento della struttura del servizio stesso".

"Ciò comporta lo “smontaggio” della MMS che, se si vuole, deve essere “rimontata” senza la parte pubblica che serve solamente a mescolare gli interessi del proprietario e del gestore e ad annullare il rapporto che ci dovrebbe essere fra controllore e controllato. Tutto ciò dovrebbe essere chiarito subito da tutti, comunque dovrebbe essere il biglietto di presentazione che dovrebbero avere chiunque si presenti alla prossima tornata elettorale: tutti i servizi debbono essere pubblici, poi questi possono essere gestiti da chiunque a condizione che venga rispettata la carta dei servivi scritta e pretesa dai proprietari che, in ultima analisi, sono gli utenti, i cittadini".