Assunzioni per sconti sulle tasse: il verdetto

Erano accusati di aver assunto amici e parenti dell’ex direttore provinciale dell’Agenzia delle entrate, Elio Borrelli, in cambio di sconti sulle tasse o sanzioni più leggere alle aziende compiacenti. Ieri dei sei imputati del processo costola dell’affaire "Borrelli", tre sono stati assolti e gli altri tre condannati. Due casi distinti quelli discussi davanti al collegio che avevano il trait d’union nell’ex direttore 65enne che ha già chiuso il conto patteggiando la pena a un anno e 10 mesi (difeso dagli avvocati Andrea Casula e Umberto Maria Bianco). La prima vicenda è quella che ha visto imputati Loriano Rossetti e Antonio Ribighini, direttore amministrativo e commercialista della Schnell di Colli al Metauro, ditta leader nella realizzazione di macchine per reti elettrosaldate dell’edilizia. Entrambi sono stati assolti, con formula piena, perché il fatto non sussiste. Il pm aveva chiesto 10 mesi di reclusione. La procura li accusava di aver voluto compiacere Borrelli assumendo una sua amica con l’incarico di partecipare a bandi europei. Il difensore di Rossetti, l’avvocato Paolo Biancofiore, ha spiegato che la Schnell aveva avuto realmente necessità di assumere quell’esperta di fondi europei. Poi però, ha aggiunto, hanno visto che il progetto che avrebbero voluto realizzare era troppo costoso, lo hanno messo da parte e liquidato l’amica di Borrelli pagandola 4500 euro, compenso dovuto per quello che aveva fatto fino a quel momento. Gli imputati del secondo caso, quello dell’affaire Promozionale italiana, tutti di origine campana, sono Leopoldo Camaioni, Antonio Segreto, Modestino Pianese e Francesco Della Corte. Segreto è stato assolto, mentre gli altri tre condannati a un anno. Il pm aveva chiesto 2 anni e 2 mesi a testa.

e. ros.