Busetto intrappola i cinghiali in un parco

L’agricoltore li ha incrociati nei pressi dell’ospedale. Vedendoli entrare al memoriale della Grande Guerra, li ha chiusi dentro

Da Parco della Rimembranza a parco divertimenti, ma per cinghiali. Ieri pomeriggio, un gruppo di otto giovani ungulati è entrato nell’area recintata cominciando a scorrazzare tra i cippi commemorativi e a giocare, per ore, lasciando anche numerosi solchi nel terreno. Fin qui, la scena potrebbe essere considerata quasi comune, per gli anni recenti, in cui questi animali si sono avvicinati sempre più alle aree urbane fino a diventare praticamente dei cittadini aggiunti, con conseguente aumento del rischio di incidenti per chi nelle città risiede realmente, cosa sfiorata anche ieri.

Tuttavia, questa volta c’è un ulteriore elemento: una delle due auto a cui avevano attraversato la strada per arrivare nell’area era guidata da Andrea Busetto, agricoltore che da lungo tempo lotta affinché si attuino misure efficaci contro il sovraffollamento dei cinghiali, il quale ha subito sterzato in direzione del parco, chiudendone i due cancelli per non farli uscire, una volta visto dove si fossero diretti.

"L’ho fatto per motivi di pubblica sicurezza – spiega Busetto, che ha poi cominciato a contattare tutte le forze dell’ordine, fino all’intervento dei carabinieri forestali –. Erano circa le 16.30 quando stavo transitando di fronte al Dipartimento di prevenzione dell’Asur e i cinghiali hanno attraversato all’improvviso, costringendo il conducente dell’auto che mi era davanti a inchiodare per evitarli e me a sterzare di colpo verso sinistra per non centrare lui. Dopodiché li ho seguiti a piedi, ho visto che entravano nel parco da una buca scavata sotto alla rete e ho chiuso il cancello, per motivi di buonsenso, perché qua passano auto, motorini e altro. Ora si è creata una situazione che a Urbino non c’era mai stata, mentre è successo di recente per esempio a La Spezia, cioè cinghiali bloccati, tutto fuorché selvatici, perché prima li ho avvicinati senza problemi, che a norma di legge non possono più essere immessi nel territorio".

Prima di incatenarne i cancelli, Busetto, il quale è anche il responsabile nazionale dei liberi agricoltori, era entrato nel recinto per filmare da vicino la situazione, facendo pure delle dirette sui social network. Arrivati due uomini della forestale, però, insieme a loro ha notato che uno dei cinghiali tossiva ripetutamente e, temendo che potesse aver contratto la peste suina africana, è subito uscito.

"Ora ho paura che comincerà un grosso rimpallo di responsabilità – prosegue –. Però denuncerò chiunque provasse a fare uscire da qui gli animali, cosa che cercherò di impedire, perché sarebbe un reato, e neanche di poco conto, oltre che un potenziale rischio sanitario".

Terminata la seduta del Consiglio comunale che era in corso, è arrivato sul luogo anche il sindaco, assieme al comandante della compagnia dei carabinieri di Urbino, seguito, un’ora dopo, da un veterinario, per un controllo a vista degli animali, parsi in buono stato. Alla fine si è scelto di chiudere tutti i possibili varchi di uscita dalla rete con delle assi e poi procedere, nel corso della settimana, alla cattura e trasferimento degli animali con dei recinti appositi. Un’operazione delicata e che potrebbe anche non essere rapida, per la cui esecuzione è stata sollecitata la Provincia.

"Vanno abbattuti – sostiene Busetto –. Oltre al fatto che stanno devastando il parco, nella strada sottostante passano 40 auto al minuto, quindi sono da catturare. O vogliamo aspettare che ci sia un incidente, magari con dei morti? Non sarebbe la prima volta. Sia chiaro, non ce l’ho coi cinghiali, ma con chi ha permesso che si creasse una situazione del genere, nel Paese".

Nicola Petricca