Cacciari, maestro del pensiero. La filosofia per capire chi siamo

Lo scrittore ha ricevuto il Premio Raffaello istituito da Alessandro Marcucci Pinoli. Con lui c’era Ivano Dionigi

Cacciari, maestro del pensiero. La filosofia per capire chi siamo

Cacciari, maestro del pensiero. La filosofia per capire chi siamo

Non sappiamo se, immerso continuamente nell’organizzazione di decine di iniziative di ogni tipo, il conte Alessandro Marcucci Pinoli detto “Nani“, si sia reso conto del piccolo e raro miracolo che ha consentito si realizzasse con la consegna del Premio Raffaello da lui istituito al professor Massimo Cacciari, cerimonia avvenuta l’altra sera nella Sala degli Specchi dell’Alexander Museum Palace Hotel di viale Trieste, alla presenza anche del professor Ivano Dionigi.

Cacciari sarà venuto a Pesaro ormai una cinquantina di volte a tenere "lezioni" di fronte a platee piene; Cacciari appare quasi quotidianamente in tv a parlare di politica e cronaca a centinaia di migliaia di spettatori. Ma forse mai si è visto il professor Cacciari nella sua personalità più autentica come nel “colloquio“ che ha scambiato in occasione del premio davanti ad una platea di poche decine di persone. Un pensatore al pieno servizio della filosofia, "attività inutile che il filosofo cerca di fare diventare necessaria, di farla diventare un atteggiamento nei confronti del mondo". Come può il filosofo fare questo, come fa a convincere le persone che giustamente si fermano all’utilità delle cose, così facile da cogliere? Si chiedeva Cacciari con un tono di voce e con atteggiamento che, senza confondere il sacro col profano, pareva riecheggiare quasi l’atmosfera da discorso della montagna. Deve far sì che con meraviglia ci chiediamo perché esiste qualcosa invece che niente, che ci avviciniamo alle cose del mondo con “filia“, che sarebbe amicizia, e con “sofia“, che è qualcosa che fa bene, sapendo sempre che la verità sta in questo continuo avvicinarsi alle cose, nel processo e non nel possesso, sempre con metodo, e sapendo sempre che non coglieremo mai l’ultima essenza né delle cose né delle persone.

Per i filosofi professionisti Cacciari ha appena scritto “Metafisica concreta“, uno dei suoi libri tosti appena pubblicato da Adelphi. Pagine sicuramente ardue rivolte a colleghi studiosi e ricercatori come lui. Niente a che spartire col Cacciari che l’altra sera, per una mezz’oretta, ha fatto sentire i suoi ascoltatori come se fossero tornati a casa e avessero ritrovato quella voce che sapeva parlare così bene al loro animo. Nel senso più alto, filosofare è appunto tornare a casa.

L’altra sera ad accompagnare a casa chi lo ha ascoltato è stato un Cacciari inedito.

f. b.