Caro bollette, protestano anche i ristoratori

Gabriele Di Gregorio: "In questo momento avere una crescita dei costi impedisce di fare aumenti, anzi, devi tagliare"

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di Nicola Petricca

Il calo, a volte un vero crollo, dei clienti causato dall’impennata dei casi di covid e l’aumento continuo dei costi di gestione stanno pesando tantissimo su imprese, negozi e attività ricettive, con bollette spesso raddoppiate, o più.

A tali problemi, per alcuni si aggiunge quello di dover rinnovare dei contratti di fornitura terminati proprio in periodo pandemico.

Una scadenza dimenticata e non segnalata dal fornitore, sta costando cara a Gabriele Di Gregorio, titolare della Locanda della Stazione, che a novembre si è trovato con un prezzo per l’energia triplicato rispetto a luglio e ora sta avendo grossi problemi con il rinnovo, per rientrare in margini accettabili: "Da inizio autunno ho notato un aumento progressivo della bolletta, fino ad arrivare ai circa 2250 euro di novembre, rispetto ai 1250 di luglio, nonostante avessi usato 1400 kilowattora in meno - spiega -. All’inizio ho ridotto i consumi, ma a un certo punto le spese sono diventate insostenibili e ho capito che c’era qualcosa che non andava.

Telefonando a Hera, a cui mi affido da quando ho aperto, ho scoperto che il contratto firmato a gennaio 2019 per la fornitura a un prezzo fisso di 0,079 euro per kilowattora era scaduto a luglio, senza che nessuno mi contattasse per il rinnovo, e stavo pagando l’energia al prezzo di mercato, che a novembre era di 0,25 euro per kWh.

Ora, ammesso e non ammesso e non concesso che fossi io a dovermi ricordare della scadenza di un contratto firmato tre anni prima e che non è neanche riportata nei documenti, credo sia una mancanza di tutela verso i clienti non telefonare quando sta per scadere, per rinnovare, ma il problema è soprattutto ciò che è successo dopo.

Il 2 dicembre ho subito stipulato un nuovo contratto con la ditta, a 0,16 euro al kWh: certo, è il doppio, ma il costo dell’energia è aumentato ed è comunque in linea con le offerte degli altri.

Il problema è che sarebbe dovuto partire il 1° gennaio, mentre giovedì mi è arrivata una lettera con cui l’azienda mi avvisava di aver rimandato al 1° marzo perché non poteva fare altrimenti". Nel tentativo di capirne le ragioni, Di Gregorio ha contattato Hera "e l’operatore del numero verde mi detto che il contratto non era effettivamente cominciato da inizio anno semplicemente "perché non era possibile farlo".

Ho chiesto più volte il motivo e alla fine mi hanno chiuso il telefono, due volte.

Io vorrei solo capire il perché di un ostruzionismo del genere, in un momento così, considerando anche che, per un adeguamento di contratto durante l’autunno, il gestore a cui mi affido per l’altra mia attività ha impiegato tre giorni, mentre qui servono tre mesi.

Tre mesi che, per altro, sono lo stesso tempo che mi servirebbe per cambiare fornitore, quindi, almeno fino a fine febbraio, sarò in balia degli aumenti di prezzo senza sapere quanto pagherò.

Di certo, il peso dei costi di gestione sulla mia economia è raddoppiato ed è peggio anche rispetto a quando eravamo in zona rossa: almeno lì sapevo di poter fare solo l’asporto e avevamo spese determinate.

Ed è chiaro che, in questo momento, avere una crescita tale dei costi impedisce di fare aumenti, anzi, devi tagliare e cercare di andare avanti per non chiudere".