
"Insigne esempio di virtù diverse, congiunte in una compiuta armonia...". Giuro che non l’avevo mai vista o se l’avevo vista non l’avevo mai letta. "... ebbe tre amori, l’arte, la patria, la famiglia, lasciò oltre trenta volumi, un solco incancellabile nelle lettere italiane. Pesaro nella cui luce spirituale il gagliardo ingegno della feconda scrittrice si educò all’alto volo, questa lapide a perpetua memoria pose, auspice la Dante Alighieri". Poi la data, per esteso: 8 giugno 1935, XIII del Regime. La pietra, negletta, anonima e forse anche "condannata dalla memoria", se ne sta collocata in alto sulla parte di un edificio di corso XI Settembre, a voi scoprirla. Un tempo quella casa appartenne ai conti Servici e un tempo In quella casa ci visse anche lei, nata a Roma nel 1868 e arrivata dodicenne a Pesaro dove trascorse qualche anno fra il corso e la casa di Novilara per poi andarsene altrove a vivere, scrivere i suoI romanzi e morire: Clarice Tartufari maritata Gouzy (nella foto). Che scrittrice fu la Tartufari? "La sua narrativa, è caratterizzata da sinceri intenti umanitari e di analisi sociale – sta scritto sulla Treccani – che la portano a delineare con tratto preciso situazioni e ambienti, tanto che alcuni critici hanno parlato per lei di toni balzachiani ..."; attenzione adesso: "... tra i numerosi riconoscimenti vi fu quello di Benedetto Croce, il quale, confrontandola con Grazia Deledda, le riconobbe temperamento assai più robusto, sguardo più ampio e un sentire più vigoroso e compatto". Tanto per gradire la Deledda vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1927 e Benedetto Croce, oggi con pochi "follower" e dunque scarso "influencer", è stato uno dei più grandi filosofi, storici e critici letterari italiani del 1900 segnando profondamente tutta la nostra cultura per l’intero secolo. "Sono rattristato – telegrafò Mussolini nel 1933 quando lei morì –, la Tartufari era fascista, dedicò l’ingegno alla esaltazione delle virtù della razza e alla difesa degli ideali fascisti, lascia un solco nelle lettere italiane". E lascia anche una targa a Pesaro di quando, bambina, crebbe fra il corso e Novilara sognandosi scrittrice: cultura autentica è ripulire quella lapide, compreso il memento storico di quel "1935, XIII del Regime".
f. b.