Dopo il voto passato all’unanimità, ieri in Consiglio comunale, gli esercizi commerciali in centro storico avranno la possibilità di sfruttare i propri interrati per ampliare i locali. "Ci sono distinguo e requisiti sanitari da avere – dice l’assessore Mila Della Dora –, ma è così. Il provvedimento serve proprio ad aumentare la capacità recettiva dei locali in centro storico, dove notoriamente la conformazione tipica riduce e limita l’espansione delle attività". Indubbiamente l’urbanistica, ieri, è stata la protagonista del Consiglio comunale. Oltre ad aver approvato l’ampliamento di seimila metri quadrati del corpo di fabbrica della Andreani group a Colombarone, ci sono stati i passaggi riguardo la valorizzazione del patrimonio comunale (Palazzo Aymonino; San Domenico; il campo sportivo e il Parco Miralfiore) e l’adozione di variante per la messa a frutto dei piani interrati, appunto. Sullo sfruttamento dei sottotetti è passato poi l’importante punto della monetizzazione dei parcheggi, mentre è scattata la protesta unanime dei consiglieri riguardo la lettura restrittiva data dall’Asur provinciale rispetto alle possibilità più ampie della legge regionale sulle altezze per cui è possibile fare di un sottotetto una unità immobiliare. In tutte le Marche, infatti, i Comuni possono prevedere il recupero dei sottotetti purché venga assicurata un’altezza media non inferiore a 2,20m (attualmente è di 2,40) e una minima di 1,40m (attualmente è di 1,50) per tetti a falde inclinate. "Un’integrazione regionale che però ha avuto parere contrario di Asur Marche n. 1 – ha spiegato Della Dora – e che di fatto limita una grande opportunità che aveva già suscitato interesse da parte di diversi cittadini". Per Andreolli (Lega): "E’ scandalosa la bocciatura dell’Asur provinciale a fronte di un sì dello stesso ente regionale e in direzione contraria al favorire investimenti, bloccando immobili che potevano avere un aumento di valore". Interdetto anche il consigliere di maggioranza Joe Castellani (Una città in Comune): "Peccato. Inoltre sconcerta che l’ente regionale dice sì e la derivazione provinciale dica no".
Solidea Vitali Rosati