Concessioni in scadenza, ’assalto’ al porto

Ad esempio termina quella del Moloco, ma non è l’unica. E l’autorità portuale sta chiedendo ai proprietari dei vari locali diverse verifiche

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E’ partito il grande braccio di ferro sul porto: da una parte il fondo israeliano con la Renco e sull’altro fronte l’amministrazione comunale: a decidere sarà il Tar. Nel mezzo tanti milioni di euro di risarcimento danni, poco meno di venti. Questo da una parte. Ma c’è anche un’altra parte della storia che è quella attorno a cui ruotano molte attività e cioè la scadenza delle concessioni perché anche su questo fronte si sta scatenendo una specie d’inferno.La prima concessione a finire nel calderone delle gare è uno dei locali maggiormente frequentati durante il periodo estivo, e cioè il Moloco. Il locale è sul molo di ponente del porto, meta per tantissimi giovani: l’aperitivo con il sole che si tuffa in mare. Ebbene su questo locale è scaduta la concessione e al momento del rinnovo sono state presentate altre due domande, provenienti da persone del settore della ristorazione-bar in concorrenza con l’attuale gestione. Basta solo offrire mille euro in più per subentrare? Questo non è vero perché chi ha depositato la domanda deve poi anche presentare una specie di business plan sullo sviluppo del locale. Per cui a decidere sarà alla fine l’Autorità Portuale di Ancona che ha in mano tutta la partita. E l’asta della concessione del Moloco non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima perché ci sono altre attività di ristorazione, lungo Strada tra i due Porti, in scadenza.

Tutto in mano a quella autorità portuale che pare stia chiedendo a tutti coloro che hanno una attività di qualsiasi tipo, la verifica di tutte le concessioni urbanistiche e comunque di tutti i lavori che sono stati fatti nel tempo. Un infernale ginepraio anche perché molte carte – storie della fine della guerra – non sono più nemmeno rintracciabili.

Una specie di caos da mancanza di Prg perché molti lavori avevano solo l’ok della Capitaneria di Porto che è sempre stata una specie di sportello unico per il porto.

Sul tavolo degli imputati per quello che riguarda gli straumenti urbanistici, c’è anche l’amministrazione comunale che nella vicenda dell’ex Consorzio agrario rischia ora una causa per danni per poco meno dio una ventina di milioni di euro. Nella sostanza fondo Israeliano e Renco hanno presentato una ricorso al Tar – avvocato Storoni – al fine di obbligare il Comune a rivedere quei refusi ed errori che sono stati poi alla base di tutto il pasticcio che ha portato al blocco dei lavori ed anche a tre denunce penali per abuso edilizio.

Si passa alle carte da bollo "anche perché più volte è stato chiesto al Comune di intervenire per eliminare quei refusi". Sollecitazione non ascoltata per cui la società Novo Portum ha fatto partire questo ricorso al Tar. Un ricorso che ha un doppio scopo: da una parte ‘sanare’ il Prg per cui il cantiere potrebbe ripartire facendo anche decadere in automatico le accuse di abuso edilizio. Intanto il Comune proprio per far fronte a questa causa amministrativa ha già dovuto dare incarico ad un avvocato. E nessuno dei tre rinviati a giudizio è stato ancora ascoltato dall’autorità giudiziaria.

m.g.