’Treno, bici o bicitreno’, convegno infuocato sul futuro della ferrovia Fano-Urbino

Sul piatto tre opzioni: il ripristino della ferrovia, la sostituzione dei binari con una pista ciclabile e il progetto del bici-treno sostenute, rispettivamente, dai sindaci di Urbino Gambini, di Fano Seri e di Fermignano Cancellieri

Il convegno

Il convegno

Pesaro, 9 novembre 2014 - Si intitolava “Treno, bici o bicitreno. Ferrovia, l’ultima sfida” e sfida è stata. Amministratori, tecnici e cittadini si sono confrontati a suon di idee, progetti e valutazioni in merito al futuro della tratta ferroviaria Fano-Urbino, dismessa dal 31 gennaio 1987.

Oggi a Canavaccio di Urbino il tema è tornato di cocente attualità grazie al convegno organizzato da Roberto Damiani, giornalista del Resto del Carlino, insieme alla Proloco di Canavaccio. Un momento di confronto in cui ci si è parlati in modo chiaro, in faccia, senza troppi giri di parole. Sul piatto tre opzioni: il ripristino della ferrovia, la sostituzione dei binari con una pista ciclabile e il progetto del bici-treno sostenute, rispettivamente, dai sindaci di Urbino Maurizio Gambini, di Fano Massimo Seri e di Fermignano Giorgio Cancellieri.

Dopo gli amministratori, spazio ai tecnici e la platea si è scaldata con l’intervento di Giovanni Carboni, giovane, ma non per questo meno “combattivo”, ingegnere dell’associazione Ferrovia Valle Metauro, che ha studiato per filo e per segno il progetto di ripristino del treno. «Oggi – ha esordito – ascoltiamo tante idee su cosa fare della tratta, noi sosteniamo la cosa più semplice, cioè riportare il treno sui binari che ci sono già. Il tracciato è integro, abbiamo studiato ogni curva e abbiamo dimostrato che possiamo introdurre 19 coppie di treni al giorno per un tempo di percorrenza che varia da 45 a 52 minuti in base alle fermate. Pesaro può permettersi di pensare alle piste ciclabili, noi di Urbino e dell’entroterra no, perché qui mancano i più basilari servizi di trasporto».

Molto si è insistito, infatti, sulla lontananza dello Stato nella provincia di Pesaro e Urbino e nella difficoltà di collegare l’Urbinate con la costa e con le arterie ferroviarie principali. «Il costo del ripristino dei 50 chilometri di ferrovia sarebbe tra i 100 e 150 milioni di euro», ha precisato Alberto Paccapelo, ingegnere della Provincia. La platea ha sposato la causa e il presidente del consiglio regionale, Vittoriano Solazzi, ha annunciato il suo impegno nello stabilire un tavolo di confronto tra istituzioni locali e Regione per chiedere al Ministero dei Trasporti la revoca della dismissione della tratta. Parole dure in risposta alla posizione di Solazzi sono state lanciate dal sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: «Oggi il mondo ferroviario ruota e investe sull’alta velocità, pensare di riportare il treno qui è un’idea anacronistica e irreale, pensiamo piuttosto a utilizzi alternativi, come la pista ciclabile e il bici-treno, che possano incentivare il turismo».

Il progetto del bici-treno tra Canavaccio, Fermignano e la fornace Volponi di Urbino è stato illustrato dagli architetti Giuseppe Sanchioni e Donatella Fini, sarebbe il primo in Italia, mentre in Francia esistono già 38 percorsi di questo tipo: «Potremmo abbinarci un parco culturale che ci aiuterebbe ad attirare i finanziamenti europei». Altro punto cocente l’acquisto della tratta messa in vendita da RTI per 4 milioni e 370mila euro: in molti hanno auspicato che sia la Regione a comprare l’infrastruttura per mantenerne l’unità e il controllo pubblico, evitando che possa essere spezzettata in tante proprietà diverse che comprometterebbero la realizzazione di ogni tipo di progetto unitario.