Cure domiciliari covid e teorie no vax, il primario: "Ecco dove sbagliano"

Pesaro, Frausini ha studiato il protocollo dell’associazione guidata dall’avvocato Grimaldi. Poi parla a tutto campo di plasma e contestatori

Gabriele Frausini, primario di Medicina interna a Marche Nord

Gabriele Frausini, primario di Medicina interna a Marche Nord

Pesaro, 5 settembre 2021 - "Penso che alcune cose di quel protocollo siano corrette, altre no da un punto di vista scientifico. E in alcuni casi sono proprio pericolose". A parlare è Gabriele Frausini, primario di Medicina interna di Marche Nord. E l’oggetto del discorso è il protocollo delle terapie domiciliari Covid, quelle proposte dal comitato guidato dall’avvocato campano Erich Grimaldi che raccolgono molti consensi nel variegato modo dei contestatori (dai free vax ai no vax, dai complottisti ai negazionisti), ma vengono applicate da molti medici in giro per l’Italia, al di fuori dei protocolli ufficiali anti Covid. Sono le terapie precoci, cioè da applicare a casa nelle prime 72 ore dall’insorgenza dei sintomi.

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Gabriele Frausini, primario di Medicina interna a Marche Nord
Gabriele Frausini, primario di Medicina interna a Marche Nord

Frausini conosce quei protocolli e ne parla senza stroncature preconcette. "Ho letto cosa prevedono e dico questo: il dosaggio di eparina è discutibile per pazienti ambulatoriali. L’antibiotico va dato solo se si pensa a un’infezione batterica. Il cortisone va somministrato solo ai pazienti che desaturano, cioè nei quali il livello di saturazione dell’ossigeno scende sotto determinati livelli".

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E la discussa Idrossiclorochina? "E’ stata sconsigliata da Aifa, anche se a mio parere non sarebbe un farmaco da buttare nel cestino, perché se usato nella fase iniziale può essere utile". E poi loro parlano dell’uso delle vitamine. "Non ci sono evidenze scientifiche adeguate". A proposito dei temi dei contestatori, no vax e non solo: dicono che si punta solo sul vaccino e non sulle cure. Cosa dimostra, invece, anche l’esperienza di Marche Nord? "Per esempio siamo stati tra i primi a usare il Baricitinib, un farmaco per artrite reumatoide: abbiamo partecipato a uno studio con la Toscana sulle polmoniti Covid e sono stati confermati ottimi risultati, specie per le situazioni in cui la malattia si complica, cioè quando il virus causa una risposta immunitaria abnorme. Pubblicheremo presto i nostri dati, che sono molto interessanti. Utilizziamo poi il Baricitinib anche in associazione all’antivirale Remdesivir. Inoltre abbiamo collocato molto bene nel contesto delle cure molti farmaci. Per esempio il cortisone, che non va dato nella fase iniziale, e l’eparina che va valutata nei dosaggi". Altro tema che piace ai complottisti: l’uso del plasma iperimmune è stato scartato a vantaggio dei vaccini. Al San Salvatore l’avete utilizzato fin da subito: lei che ne pensa? "Il plasma ha dato risultati non definitivi dal punto di vista scientifico. Noi abbiamo avuto diversi casi in cui ci sono stati risultati positivi". E di recente voi avete ripreso le terapie monoclonali. "Sì, sono l’unica vera terapia per il paziente non ricoverato. Noi ne abbiamo trattati 93". Altri fronti aperti? "Stiamo iniziando protocollo sperimentale per l’Inositolo: in pratica sul siero prelevato dal paziente aggiungiamo questa sostanza con il laboratorio della Sapienza e vediamo come cambiano i parametri dell’infiammazione". Qual è la situazione al San Salvatore? "Nel mio reparto abbiamo 9 pazienti in subintensiva, di cui 7 non vaccinati e 2 vaccinati. Di questi ultimi, uno è asintomatico ma è ricoverato per altre patologie, l’altro ha invece sviluppato una polmonite Covid. Negli altri reparti, 11 sono ricoverati in rianimazione e 4 a Malattie infettive". Le evoluzioni gravi della malattia, insomma, continuano a colpire soprattutto i non vaccinati, questo ormai è evidente. "Sì, perché la vaccinazione funziona sia in termini di minor contagi che di minor gravità del quadro clinico. Insomma, il vaccino o non fa prendere il Covid o lo fa prendere in forma estremamente attenutata". Eppure i no vax non ci credono o non ne sono evidentemente interessati. "Io non giudico nessuno e sono rispettoso del parere di tutti, ma ogni parere deve avere basi scientifiche solide. Ritengo che non vaccinarsi sia una scelta sbagliata dal punto di vista personale perché ci sono più possibilità di ammalarsi. E invece penso che vaccinarsi sia anche un dovere verso tutti gli altri perché se non si arriva all’immunità di gregge il virus continua a circolare e più circola più va incontro a mutazioni. Quest’ultimo concetto va chiarito: le mutazioni non dipendono dal vaccino. E poi aggiungo una cosa da genitore e da nonno: i ragazzi hanno diritto a una scuola in presenza, ma se il virus circola vedo qualche problema all’orizzonte anche da questo punto di vista".

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