Da Urbino nuovi aiuti all’Ucraina

Avviato un centro di raccolta. A promuoverlo è stata l’Unsi, Unione sottufficiali italiani. Deposito in centro

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Si moltiplicano le forme di solidarietà per l‘Ucraina. A Urbino è attivo da circa un mese un centro di raccolta, che i giorni scorsi ha riempito il primo camion. Angelo Sarrecchia, carabiniere in servizio alla procura di Urbino, ci racconta com’è nato il progetto. "È iniziato tutto intorno al 24 marzo; volendo fare qualcosa di concreto per la gente ucraina, ho pensato di appoggiarmi alla UNSI (Unione Nazionale Sottufficiali Italiani), attiva già da decenni nella raccolta di aiuti per zone di guerra e, nello specifico, alla sezione di Pesaro che fin dai primi di marzo ha creato un servizio per l‘Ucraina".

Serviva però il locale. "Tramite un collega e grazie alla direttrice della Caritas di Urbino Itala Fazi, abbiamo reperito un locale sfitto, in via Matteotti 23, vicino al bar Vecchio Mulino, comodo perché appena fuori dalla ZTL. Ricalcando l’organizzazione del gruppo di Pesaro, siamo partiti e a un mese di distanza siamo ormai una decina, tra colleghi carabinieri, poliziotti, ex colleghi in pensione e alcuni amici. All’inizio con cautela, perché per noi era tutto nuovo e volevamo evitare di non poter far fronte alle richieste, ma ora ci siamo strutturati e da lunedì a sabato, dalle 15 alle 19, c’è sempre qualcuno di noi a tenere aperto il centro di raccolta". In poco più di un mese però la raccolta ha portato i suoi frutti.

"Sì, non ci aspettavamo tanto riscontro solo col passaparola e una locandina messa sui social, invece la scorsa settimana abbiamo inviato al centro di Pesaro oltre 70 scatoloni pieni di materiale, che a breve partirà per l’Ucraina".

Cosa si può donare?

"Alimenti, materiale sanitario, vestiario, giocattoli, materiale scolastico, prodotti per l’igiene intima, farmaci".

Che fine fa il materiale?

"Il gruppo di Pesaro ha già effettuato un viaggio con due pullman che all’andata hanno portato materiale e al ritorno hanno caricato 109 profughi. Grazie ai contatti tra UNSI, protezione civile, Associazione Internazionale di Polizia e altre organizzazioni, riusciamo a far giungere gli aiuti direttamente fino a Kiev o nelle città più bisognose. Una parte invece da Pesaro viene distribuita tramite Caritas alle famiglie ucraine sfollate nel nostro territorio".

Nuove idee a breve termine?

"Cerchiamo di coinvolgere altri volontari e alcune farmacie per darci una mano con la raccolta; per il resto, al momento non abbiamo una data di fine. Fin quando ci sarà bisogno, saremo aperti, speriamo il meno possibile". Giovanni Volponi