GIOVANNI VOLPONI
GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Dal 1° febbraio niente medico di base nell’ambulatorio di Pieve di Cagna

Forte preoccupazione da parte dei residenti. Il consigliere comunale Andrea Pazzaglia fa un accorato appello all’Ast

Forte preoccupazione da parte dei residenti. Il consigliere comunale Andrea Pazzaglia fa un accorato appello all’Ast

Forte preoccupazione da parte dei residenti. Il consigliere comunale Andrea Pazzaglia fa un accorato appello all’Ast

Pieve di Cagna dal 1° febbraio potrebbe non avere più un ambulatorio del medico di base, e i cittadini ora temono che l’Ast non mandi nessuno nuovo, al posto dell’attuale titolare che, per età prossima alla pensione, ha deciso di svolgere gli ultimi mesi di lavoro solo nell’ambulatorio di Urbino, garantendo comunque tutte le necessarie visite domiciliari.

Ad esprimere preoccupazione è Andrea Pazzaglia, consigliere comunale di maggioranza e cittadino della frazione, che si sta già attivando presso gli enti per capire se è possibile garantire una continuità ambulatoriale a Pieve, e lancia un appello ai medici di base.

Scrive Pazzaglia: "La situazione critica che si sta verificando nella frazione di Pieve di Cagna, dove il medico di base ha deciso di non prestare più servizio presso l’ambulatorio, sta causando un grave disservizio e un profondo disagio all’intera comunità. L’ambulatorio rappresenta un servizio di primaria importanza per la popolazione locale, composta in larga parte da persone anziane. Molti di questi cittadini, che hanno sempre risieduto nella frazione, non dispongono di patente di guida e vivono in condizioni di isolamento, con figli e famigliari lontani. La loro mobilità è spesso limitata da problematiche fisiche che rendono difficoltosi gli spostamenti. Ritengo che per i medici di base non dovrebbe essere un impegno eccessivo garantire un minimo di servizio ambulatoriale anche nelle frazioni più remote del nostro comune. Dedicare mezza giornata alla settimana a queste persone rappresenterebbe non solo un atto di grande professionalità, ma anche una concreta applicazione del principio etico che anima la professione medica. L’assenza del medico in un contesto come quello di Pieve di Cagna, lontano pochi chilometri, penalizza una frazione che, pur con pochi residenti, merita attenzione e rispetto. La sostenibilità e la vitalità delle frazioni come Pieve di Cagna dipendono anche dalla presenza di servizi fondamentali. Privare i residenti di un punto di riferimento sanitario significa non solo compromettere la qualità della loro vita, ma anche scoraggiare la permanenza di famiglie e nuovi abitanti, accelerando così lo spopolamento e l’impoverimento sociale ed economico del territorio. Comprendiamo le difficoltà che possono emergere nella gestione della sanità territoriale, ma crediamo fermamente che una soluzione debba essere trovata, nel rispetto dei principi di equità e giustizia sociale".

Conclude Pazzaglia: "Garantire il diritto alla salute significa tutelare i nostri anziani, le famiglie e tutte le persone che, oggi più che mai, necessitano di attenzione e vicinanza, dimostrare amore per la propria città e per il proprio territorio significa anche prendersi cura di queste realtà. Alla luce di quanto sopra, rivolgo un appello al senso di responsabilità e alla sensibilità dei nostri medici di base, affinché si adoperino per non abbandonare i nostri anziani e tutte le persone bisognose di questo fondamentale servizio. Essere medico significa mettere il cuore al servizio della comunità, e mi auguro che questo principio non venga mai dimenticato".