Tavullia, l'odissea di Danilo Tufariello "Devo strisciare per salire le scale"

L’appello di un 47enne sulla sedia a rotelle. La rampa per diversamente abili c’è, ma diversi scalini lo dividono dall’autonomia

Danilo Tufariello, disabile, è costretto a strisciare per salire le scale (Fotoprint)

Danilo Tufariello, disabile, è costretto a strisciare per salire le scale (Fotoprint)

Tavullia (Pesaro urbino), 22 ottobre 2020 - E’ costretto a salire gli scalini di casa strisciando a terra col sedere ed aiutandosi con le braccia. Laddove la carrozzella non arriva, lo possono fare solo le sue mani. Una vera e propria odissea quella che Danilo Tufariello, 47enne malato di sclerosi multipla, sta affrontando da oltre un anno. L’uomo, ex sommelier, si è ammalato improvvisamente 14 anni fa e da quel giorno la sua vita non è più la stessa. Tufariello vive in un alloggio popolare a Tavullia, con la moglie Alessia Pezzetti, suo faro quotidiano.

Tufariello, partiamo dall’inizio. Perché si è ritrovato in questa situazione?  "Mi è stata assegnata questa abitazione, dove è già stata fatta una rampa all’esterno per persone diversamente abili, ma c’è un vincolo: non riesco a salire i tre scalini di accesso. L’Asl mi ha dato un macchinario apposito per farlo, ma costantemente questo si rompe ed ogni volta che faccio richiesta per averne uno nuovo, ci vuole sempre un sacco di tempo prima che arrivi. E tra l’altro, non mi rende nemmeno autonomo, poiché deve manovrarlo mia moglie". Quindi, alla fine, se deve uscire come rientra poi in casa?  "A scendere le scale riesco anche senza macchinario, con la mia carrozzella. Per risalire, invece, sono costretto a scendere dalla carrozzina e strisciare col sedere a terra, aiutandomi con mani e braccia. L’ultima volta mi sono fatto molto male alla schiena e sono stato tre mesi con dolori lancinanti". Da quanto va avanti questa situazione?  "Da più di un anno". E non si è rivolto mai a nessuno?  "Certo. Prima al Comune di Tavullia, che si è messo in contatto con l’Erap, l’istituto di case popolari. Al quale, anche io, successivamente mi sono rivolto, ma senza ottenere risposte". Ci spieghi.  "Quando mi sono recato all’Erap, ho portato con me il progetto che un amico mi ha aiutato a realizzare per poter uscire in autonomia, ma mi è stato risposto che con lo stesso importo che avrebbero impiegato per realizzare i lavori, circa 21mila euro, loro ci avrebbero fatto almeno 4 appartamenti. Mi hanno detto che dovevo trovare io da solo un modo per realizzare il mio accesso e l’Erap mi avrebbe dato al massimo 5mila euro. Ma io dove la trovo una cifra simile?". Che cosa prevedeva il progetto?  "Dovevamo aprire la finestra interna della nostra abitazione e farla diventare una porta: così avremmo potuto rifare il pianerottolo e un’altra rampa esterna di fianco a quella che c’è già".  Lei come si mantiene?  "Sopravvivo con la mia indennità di accompagnamento con pensione, di 817 euro. E’ l’unica entrata che abbiamo, io e mia moglie. Per fortuna, nei mesi scorsi, lei, che non lavora poiché ha diversi problemi di salute, è riuscita a prendere il reddito di cittadinanza. Ma non basta".  Vuole fare un appello?  "Sì, chiedo alle istituzioni di provvedere al più presto alla realizzazione dei lavori o quantomeno a farmi cambiare abitazione, ma so che per i cambi i tempi sono molto lunghi e poi dovrei effettuare io, a mie spese, i lavori nell’alloggio che mi assegnerebbero. Quindi, poco cambia a questo punto. Ma…" Dica.  "Gli scalini dell’ingresso sono deleteri. Mi basterebbe che almeno cambiassero questi con una pedana lunga, di due metri e venti. E poi nel 2022 dovrò farmi carico di un’altra spesa importante, di 4.900 euro per acquistare un nuovo triride, uno strumento fondamentale per i miei spostamenti. L’Asl me ne riconoscerà solo 2850. Ma gli altri dove li trovo? Sono stanco di vivere di carità".