
Sapore di tempi d’oro. Walter Magnifico e Darren Daye. Il palas omaggia l’eroe degli scudetti. E Pesaro sogna con un viaggio nel passato (Foto Luca Toni)
Sono ancora tantissimi quelli che lo fermano e lo salutano per strada, "ma per lo più sono vecchi, come me" dice con la sua formidabile ironia Darren Daye, che a distanza di 37 anni dal primo scudetto resta un mito inossidabile di questa città. Soprattutto perché, a pochi mesi dal suo 65° compleanno (è nato il 30 novembre 1960), mostra ancora un fisico invidiabile: "Mi tengo in forma giocando a squash tre volte la settimana – racconta - anche se in realtà sono sempre stato un grande appassionato di tennis: conosco tutti e quando a Indian Wells ho scoperto che Luca Nardi era di Pesaro gli ho chiesto di fare una foto insieme". Già, Pesaro, il suo grande amore: "Ho vinto lo scudetto anche a Pau-Orthez, ma non c’è paragone con l’affetto che mi circonda ogni volta che torno qui" ammette. Però da Pau si è portato via Olivia, poi diventata sua moglie, e quando lei torna in Francia a trovare i genitori non si riattraversa l’oceano senza passare da Pesaro. Sono stati due giorni intensi dal punto di vista delle emozioni per il ‘cerbiatto’ di Des Moines: venerdì la rimpatriata a casa di Scavolini con la squadra del primo scudetto, una serata nella quale mancava solo Darwin Cook; ieri sera la partita della Vuelle alla Vitrifrigo Arena, con il bagno di folla in mezzo ai tifosi. Oggi invece sarà ospite di Matteo Minelli per il pranzo di Pasqua, poi una giornata di libertà prima di ripartire, nella mattinata del 22 aprile. "Per me è sempre come tornare a casa – dice Darren -. Valter Scavolini è stato un presidente speciale, era appassionatissimo e la squadra come una famiglia. Vivere e giocare qui era facile. Ed è stato grandioso". Della Vuelle di oggi ne sa abbastanza: "Abbiamo una chat con la squadra dello scudetto ma lì si parla di tutto, in realtà è mia moglie Olivia che mi tiene informato sulle vicende della squadra attuale". Quattro anni fa si è trasferito a Las Vegas per stare più vicino ai suoi genitori e anche a suo figlio, che ha comprato casa nella zona: "Austin è ancora a Taiwan, il campionato non è terminato, aspetto che torni per andare a giocare a golf insieme. Lui è molto più bravo di me sul green, mentre sul campo di basket inizialmente non è stato facile portare il mio nome sulle spalle, ma alla fine ha fatto una bella carriera. E quando ha giocato per Pesaro scegliendo il 9, che era il mio numero, è stato fantastico. Nel frattempo mia figlia mi ha reso nonno, ma non ditelo in giro" ride. Tanto non ci crederebbe nessuno: Daye ha fermato il tempo.
Elisabetta Ferri