Didattica a distanza, chi si connette è bravo E qualcuno segue le lezioni dentro l’auto

E’ il caso di uno studente di Cagli, che solo così riusciva ad ’agganciare’ la rete. Un tecnico informatico: "Entroterra molto più penalizzato"

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Ai tempi del Covid, passare dal giallo all’arancione non ha cambiato poi molto le sorti degli studenti. Alle superiori la schiacciante maggioranza si collega da casa, mentre nelle scuole si ritrovano le eccezioni: può fare didattica in presenza chi ha problemi di connessione; chi ha bisogni educativi speciali, chi è disabile ma anche chi ha ore di laboratorio; chi è figlio di lavoratori nella sanità. Quest’ultimo è un provvedimento ottimo soprattutto per chi ha la prole alla primaria e all’infanzia e, ad un inasprirsi dei turni per via dell’emergenza, sarebbe in seria difficoltà per affidare i figli. Morale della storia, in scuole gigantesche, da 1.850 iscritti, come il liceo Marconi si ritrovano in pochi intimi.

"Poche decine - conferma il preside Rossini -: i più assidui sono i ragazzi del Musicale che hanno lezione di strumento. Però fino a quando non saremo in zona rossa, sarebbe meglio aumentare la presenza degli studenti. Stando dentro un 25% di soglia massima, li riporterei a scuola per un paio di buone ragioni". Quali? "Riattivare l’attenzione e stimolare la didattica - osserva Rossini -. Il menage casalingo porta a piccole aberrazioni comprensibili. Quando lo studente si collega in pigiama è segnale di alienazione. Fino a che possiamo bisognerebbe ridare energia al sistema". Come? Rossini sta pensando di riorganizzare le verifiche in presenza. "E’ un modo per riconoscere l’impegno di chi non molla e cerca di applicarsi nonostante tutto". Da presidente regionale del’Anp, Rossini, osserva: "In generale la Dad va riformulata nella dotazione tecnologica. E’ necessario investire per rendere l’esperienza più convincente: ha grandi potenzialità rimaste inespresse per investimenti concentrati sull’acquisto di mobilio e protocolli per il rispetto della rima boccale".

Se il Marconi ha solo 2 studenti che frequentano in presenza per problemi legati all’impossibilità di connettersi da casa, l’Agrario Cecchi ne ha una decina, provenienti dall’entroterra (Fermignano, Acqualagna, Ca’Gallo, Cagli), luoghi scoperti del tutto o solo in parte serviti dalla banda. Più o meno vale per tutti il problema dello studente proveniente da Pianello di Cagli al quale pur non mancando il computer e l’abbonamento per connettersi, come un rabdomante, al mattino, girava per il centro abitato. Alla ricerca di una adeguata copertura, un paio di volte ha fatto scuola da dentro l’automobile, parcheggiata in un’area di sosta. La preside Donatella Giuliani ha evitato alla radice situazioni come queste, riaprendo il Convitto della scuola: sono 8 gli studenti che raggiungono Pesaro il lunedì e tornano a casa il venerdì sera, dormendo a Caprile. L’alternativa sarebbe stata quella di rinunciare alla scuola o andare in albergo. "Si tratta di situazioni che caratterizzano il territorio dell’entroterra soprattutto e a macchia di leopardo - osserva Ivan Gasparri, tecnico informatico, del Cecchi -. A Caprile ce ne accorgiamo perché abbiamo molti pendolari tra studenti ed insegnanti. Ci sono zone dove il servizio è solo il traffico voce oppure dove la banda è troppo scarsa". In questi casi bonus connettività e bonus computer lasciano il tempo che trovano. Senza l’infrastruttura di base, cioè la copertura della Rete - abbonamenti, voucher per la connettività, tablet, computer performanti - sono inutili.

Solidea Vitali Rosati