FRANCESCA DI LUDOVICO
Cronaca

“Divina proportione“ in Maria Lenti

La poetessa urbinate Maria Lenti torna con "Segn e Artaj - Segni e Ritagli", una raccolta di poesie in dialetto e italiano a fronte, che esplora la complessità dell'anima attraverso sfumature linguistiche e contrasti. L'autrice, figura poliedrica, offre intense e evocative liriche che esaltano emozioni, immagini e sentimenti, creando una dimensione compositiva sottile e suggestiva.

La poetessa urbinate Maria Lenti torna con "Segn e Artaj - Segni e Ritagli", una raccolta di poesie in dialetto e italiano a fronte, che esplora la complessità dell'anima attraverso sfumature linguistiche e contrasti. L'autrice, figura poliedrica, offre intense e evocative liriche che esaltano emozioni, immagini e sentimenti, creando una dimensione compositiva sottile e suggestiva.

La poetessa urbinate Maria Lenti torna con "Segn e Artaj - Segni e Ritagli", una raccolta di poesie in dialetto e italiano a fronte, che esplora la complessità dell'anima attraverso sfumature linguistiche e contrasti. L'autrice, figura poliedrica, offre intense e evocative liriche che esaltano emozioni, immagini e sentimenti, creando una dimensione compositiva sottile e suggestiva.

E’ tornata in libreria la poetessa urbinate Maria Lenti col volume “Segn e Artaj - Segni e Ritagli“, un duplice, emblematico titolo ad evidenziare, sin da subito, l’originalità della raccolta in cui l’autrice offre ai suoi lettori poesie in dialetto con testo italiano a fronte. Edita da puntoacapo Editrice, non è il primo libro di poesie "nella parlata di Urbino", ma è l’evoluzione di un discorso espressivo e poetico, iniziato nel 2020 con “Arcorass - Rincuorarsi2, il cui idioma, scrive Gualtiero De Santi, autore della prefazione, "vive all’incrocio tra due diverse elocuzioni ed esperienze e nella loro somma". Non semplici traduzioni, dunque, ma un’opera a due voci, in un dialogo da cui emerge la complessità dell’anima della narratrice: svelata dall’uso sapiente delle sfumature e dei contrasti del dialetto urbinate, l’una; rivelata dai colti e raffinati versi in lingua italiana, l’altra.

Una donna, tante donne, Maria Lenti, sia nella vita sia nella scrittura. Poetessa, scrittrice, giornalista, saggista, critica letteraria, deputata alla Camera dal 1994 al 2001, collaboratrice di riviste e quotidiani, ha all’attivo numerose pubblicazioni in prosa e in versi con le quali ottiene prestigiosi premi e menzioni. E non solo: appassionata di letteratura e arte, docente di italiano e storia alle scuole medie e superiori, parlamentare. Brevi, come a rievocare lo stile poetico giapponese degli haiku; evocative, come sinfonie; d’impatto, come pièce teatrali; intense, come opere d’arte, queste ultime liriche. Frutto di sintesi lessicale e di potenza espressiva, esse conducono dritto all’essenza della comunicazione esaltando la carica di un’emozione: "oggi non ho aperto la porta a nessuno: ho avuto da fare/con i miei anni passati/con il sapore del molto che è rimasto/con il dolore di tutto ciò che è finito/ con il tanto pensato tutta la vita"; la suggestione di un’immagine: "e ‘l campanil de S. Francesch e l’abside del Dom e l’aria piuma d’ala di colombo e la luce tersa che riluce cristalli di solitudine"; l’intensità di un sentimento: "ti chiedo perdono/se vale il rimorso bruciante ancora di rimpianto".

Una dimensione compositiva in cui domina, sottile, una “divina proportione“ tra presenza e assenza: la presenza dell’autrice, dei narrati e del narrato; l’assenza, come eloquenza del non detto, del sotteso, del volutamente sospeso e lasciato intuire, quasi ad invitare il lettore a voler conoscere o immaginare un seguito o un antefatto, a completare quanto, a tratti, appena accennato. "Una donna che ha lavorato con la parola come mezzo di espressione dell’interiorità": così descrive la poetessa Alessandra Tempesta, docente al Liceo Laurana, ad una presentazione del volume. Ironica, malinconica, graffiante, lieve, acuta, sferzante, catartica, la vera protagonista è, dunque, la parola, il segno, il logos, declinato in varie forme, letteratura, attualità, politica, del cui privilegio Maria ci fa dono.