Prefetta Emanuela Saveria Greco, come vive l’emergenza migranti nel ruolo istituzionale che riveste e come donna?
"Come una emergenza ordinaria. Il flusso è tanto che ci impone ogni giorno di occuparci dell’accoglienza dei migranti che per me deve procedere con l’integrazione. Accoglienza non vuol dire trovare un alloggio e abbandonare la gente al suo destino, ma capire assieme a tutti cosa si può fare olgtre all’ospitalità, come possiamo dare loro la possibilità di rifarsi una vita dopo essere scappati da situazioni drammatiche. Chi arriva qui ha diritto a una esistenza serena come tutti"
Quanti arrivi in provincia?
"Siamo a quasi seicento presenze, per la precisione 589, con un aumento, a marzo, del 22 per cento rispetto a febbraio. I numeri stanno crescendo"
Chi sono i migranti arrivati?
"Soprattutto donne con figli, provenienti Nigeria, Bangladesh, Iraq e altri Paesi. Stiamo cercando nuove abitazioni per ospitare queste persone con enti locali, diocesi ed altre realtà"
Ci sono nuove strutture su cui contare?
"No, stiamo utilizzando le strutture che avevamo ma ci sono speranze che il progetto integrazione si realizzi: stiamo ragionando su come possiamo aiutare queste persone inserendole nel tessuto sociale. Ho avuto apertura da parte di Diocesi e Comuni"
I lavori socialmente utili possono essere una soluzione?
"E’ un argomento delicato. Abbiamo tanti progetti Fami (Fondo accoglienza migranti e integrazione) , finalizzati all’integrazione, come ad esempio una piattaforma informatica per individuare corsi di formazione intercettando le attività maggiormente richieste in provincia"
Il Governo sembra intenzionato a una "stretta" sull’arrivo dei migranti, avete avuto indicazioni in merito come Prefettura?
"No, non abbiamo avuto indicazioni relativamente a chiusure, semmai a trovare strutture per ospitarli. Penso che il Governo stia riflettendo su quali strumenti utilizzare per affrontare l’emergenza, così come la Prefettura"
Ha un progetto che le sta a cuore in particolare?
"Sì, riuscire a dare a questa provincia un centro che accolga minori non accompagnati che aiuti i ragazzi a inserirsi e a trovare lavoro. Ho ancora davanti ai miei occhi le immagini degli sbarchi quando ero in Calabria, momenti drammatici: gente con evidenti segni di torture, bambini, ragazze in stato interessante, tutti con al massimo uno zainetto. Mi chiedevo: come può stare la vita di una persona dentro a uno zainetto? Cosa mai avranno potuto metterci dentro? Uno sbarco ci portò 196 minori stranieri non accompagnati. Dovevamo trovare un immobile per ospitarli, ci venne in mente un albergo confiscato alla mafia che aprimmo in una notte nonostante fosse chiuso da dieci anni, con tre squadre al lavoro per gli allacci. Ma riuscimmo a dare un ambiente pulito e idoneo a quei ragazzi. Ecco, a Pesaro e provincia mi piacerebbe provare a dare un futuro ad eventuali minori non accompagnati"
Davide Eusebi