Era in Italia con la figlia per lavorare Trovata morta in casa a 56 anni

La donna, ucraina, viveva in un alloggio a Rosciano, messo a disposizione dalla Caritas. Rinvenuta una forte ecchimosi sulla schiena: l’esame del patologo esclude responsabilità di altri.

Era in Italia con la figlia per lavorare  Trovata morta in casa a 56 anni

Era in Italia con la figlia per lavorare Trovata morta in casa a 56 anni

Una donna ucraina di 56 anni, in Italia da almeno 8, è stata rinvenuta morta l’altro ieri alle 13 all’interno della sua casa, un alloggio della Caritas nella zona di Rosciano. Nella stessa abitazione dormiva la figlia di 15 anni, la quale non si è accorta di nulla se non al momento del pranzo dopo aver dormito fino a tardi. La madre, Olga, un’esistenza segnata dall’alcool, non rispondeva più. Era morta.

Chiamata l’ambulanza del 118, i sanitari si sono accorti in fretta che per la donna non c’era più nulla da fare. Sono stati allertati i carabinieri di Fano delegati poi dalla procura della Repubblica ad appurare come o per quale ragione la donna possa esser deceduta. Gli inquirenti si sono accorti di un’ecchimosi alla schiena della donna, come se la 56enne avesse avuto una botta da scatenare una emorragia interna. Ma non è andata così. Ieri mattina, il medico legale ha appurato che la donna è morta per un’emorragia partita dal fegato, fortemente provato dal consumo di alcool, che non le ha lasciato scampo. La figlia quindicenne ha riferito di non aver sentito niente durante la notte, neppure un lamento.

Da quanto si è appreso, Olga ha svolto per anni il lavoro di badante ma negli ultimi mesi non stava facendo nulla per le sue condizioni fisiche. Viveva da tempo in un alloggio grazie alla Caritas, ma conduceva un’esistenza molto ritirata. La procura della Repubblica presumibilmente non procederà con l’autopsia per accertare le cause della morte. L’esame esterno da parte del medico legale ha accertato l’emorragia epatica mortale. Nella casa, gli inquirenti hanno rinvenuto alcune bottiglie di vini come se la donna ne consumasse abitualmente.

E’ stata esclusa una causa violenta, ossia provocata da qualcuno. Intanto la figlia minorenne è stata affidata ad un istituto fuori provincia con la presa in carico del suo destino da parte del servizio assistenziale del Comune. La prova più difficile ora è proprio per la ragazza, rimasta improvvisamente sola e senza mezzi di sostentamento. La giovane dopo otto anni di permanenza è perfettamente integrata a Fano ma non può rimanere sola. Le serve aiuto, subito.

ro.da.