Erich Eder nel ‘Giardino dei Giusti’ Segre: "Uomo straordinario"

Non deportò ebrei nascosti a Mombaroccio. Alla cerimonia di Milano il sindaco Petrucci e la senatrice a vita

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Da 48 ore il nome del comandante tedesco della Wehrmacht Erich Eder che nel 1944 scelse di non deportare verso i campi di sterminio le famiglie ebree nascoste a Mombaroccio è ufficialmente entrato a far parte del Giardino dei Giusti Gariwo (Gardens of the Righteous Worldwide). La tradizionale cerimonia di consegna delle pergamene si è svolta venerdì a Milano. A fare gli onori di casa sono stati il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim, con il presidente del Consiglio comunale di Milano, Lamberto Bertolé e con il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche d’Italia, Giorgio Mortara. Per l’occasione è intervenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre.

A ritirare la prestigiosa onorificenza a nome della famiglia Eder, impossibilitata a spostarsi dalla Germania, è stato il sindaco di Mombaroccio Emanuele Petrucci. Senza i limiti imposti dall’attuale pandemia tutti avrebbero partecipato alla cerimonia. "Non solo la famiglia Eder – spiega il giornalista Roberto Mazzoli –, ma anche i discendenti di Alfredo Sarano, segretario della Comunità ebraica di Milano che nel 1944 decise di nascondere le liste degli ebrei milanesi per evitare che cadessero nelle mani dei nazisti. Un gesto che salvò dallo stermino oltre 14mila persone. Mombaroccio nel 1944 si distinse anche per la presenza di cittadini “giusti” che scelsero di proteggere la famiglia Sarano e altri perseguitati. Per loro potrebbero arrivare presto ulteriori riconoscimenti ufficiali. Si tratta di padre Sante Raffaelli, guardiano del convento francescano del Beato Sante e di alcune famiglie contadine di Mombaroccio (Ciaffoni e Perazzini) che nascosero in casa propria la famiglia Sarano". L’intera vicenda è oggi narrata nel libro “Siamo qui siamo vivi” edito da San Paolo e scritto da Mazzoli con prefazione di Liliana Segre. E proprio la senatrice a vita al termine della cerimonia Gariwo ha voluto incontrare Petrucci. "La testimonianza di questo ufficiale tedesco – ha detto Segre – è un dono straordinario perché io ho conosciuto gli ingiusti e non ho mai trovato un soldato tedesco che abbia fatto un gesto anche minimo nei miei confronti".