Oggi scrivo con la penna che trema. Oggi scrivo con le lacrime agli occhi. Oggi scrivo con tanta rabbia e paura. Perché? Perché sono una donna. Non faccio altro che pensare a quello che è successo alla giovane Giulia, la ragazza che è stata ammazzata dall’ex fidanzato. Quello che a volte mi domando è se i ragazzi hanno la stessa paura a camminare la sera, da soli, e ad incontrare nel tragitto un gruppo di ragazze.
Io sì, io ho paura quando la sera cammino sola per portare fuori i cani. Io ho paura quando passeggio da sola a qualsiasi ora del giorno e incontro un gruppo di ragazzi che appena mi vedono fanno battutine tra di loro. In questi giorni molti uomini si sentono presi in causa e intrappolati in un odio di genere da parte delle donne. Sicuramente non è giusto generalizzare, ma il fatto che appena ho letto la notizia della ragazza dispersa insieme all’ex compagno, io abbia pensato subito che fosse morta, mi fa rabbrividire. È stato un pensiero automatico, senza neanche un briciolo di speranza, erano appena scomparsi e io conoscevo già la fine della storia.
Quando uscivo con un ragazzo, per correttezza non faccio il suo nome, mi son presa uno schiaffo sulla coscia perché avevo fatto una battuta in buona fede e scherzando. Lì per lì sono stata capace di urlargli di andarsene via e di non tornare mai più. Sono rimasta in casa da sola e quello che ho sentito addosso era solo vergogna. Mi vergognavo perché in quel momento mi sono sentita talmente inferiore che, per un millesimo di secondo, ho pensato di essermelo meritata. Sapevo quanto fosse grave ciò che era appena accaduto, ma non avevo la forza di chiamare nessuno.
Ho avuto paura e non l’ho più voluto vedere e così è stato. Vorrei che tutte le donne riuscissero a trovare la forza di chiedere aiuto, sempre e comunque.
Asia D’Arcangelo