Pesaro, 28 maggio 2022 - Aveva mandato un video appello allo Stato italiano perché gli fosse data la possibilità di accedere al suicidio asistito. Ora, dopo il parere favorevole del comitato etico della Regione Marche, Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi, ha diffidato l'Asur (Azienda Sanitaria Unica Regionale) Marche ad effettuare "in tempi brevissimi le dovute verifiche" sul farmaco da utilizzare. L'autorizzazzione della Regione, infatti - come avvenne per la vicenda di 'Mario', sempre nelle Marche - non indica il mezzo con quale accedere al suicidio assistito.
Così, per rendere più celere la procedura di verifica, il collegio difensivo di Fabio Ridolfi, coordinato dall'avvocato Filomena Gallo, segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni, ha nuovamente allegato anche la relazione del consulente medico dottor Mario Riccio, relativamente al tipo farmaco individuato, le quantità e le modalità di somministrazione, con la specifica indicazione dell'idoneità, dell'aspetto farmacologico e della valutazione della correttezza della procedura relativamente al caso specifico del paziente.
L'avvocato Gallo ricorda i "40 giorni di inaccettabile ritardo nel comunicare a Fabio Ridolfi il parere del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni necessarie per poter procedere con l'aiuto medico alla morte volontaria" e accusa Asur Marche di continuare a "essere inadempiente. È urgente che il Sistema Sanitario completi il parere con le informazioni sul farmaco e le relative modalità di somministrazione. Come per 'Mario', anche in questo caso il nuovo impasse è sul farmaco, anche se i passaggi ora dovrebbero essere chiari. Fabio ha detto di aver fretta di morire. Ogni giorno che passa per lui è un giorno di sofferenza in più. Fabio ha diritto ad una risposta immediata", conclude.