Festa dell’Aquilone, le contrade lavorano sodo

Corsa per completare gli “eserciti“ di comete volanti. Nella ripresa del dopo-Covid mancano ancora tanti appassionati volontari

La Festa dell'Aquilone

La Festa dell'Aquilone

Ferrante Bernardini, capocontrada de La Piantata
Ferrante Bernardini, capocontrada de La Piantata

Entrando nella sede dove la Piantata si sta preparando all’imminente Festa dell’Aquilone, si possono notare due stanze: una più grande, dove c’è la maggior parte degli aquiloni e dei contradaioli, e una più piccola, dove il capocontrada lavora con la rapidità e la precisione di un mastro artigiano. È Ferrante Bernardini, vera istituzione per la contrada verdeviola.

Dal proprio “ufficio“ serale, Ferrante racconta le difficoltà del tornare ai ritmi di prima, dopo lo stop per la pandemia: "Cerchiamo di riprendere il ritmo, anche se ogni ripartenza ha dei problemi. Speriamo, già nel 2023, di riuscire a ricreare un bel gruppo. Quest’anno però abbiamo dei nuovi bambini, che vogliamo far crescere e innamorare dell’aquilone, ma in contrada è diventato più complicato creare un amalgama: molti ragazzi, con l’età, vanno fuori a studiare o aumentano le attività pomeridiane, quindi non è semplice tenere tutti insieme. Però diversi tornano nel weekend della gara, quando possono. Di contro, la festa è andata avanti ed è cresciuta, aggiungendo le competizioni individuali, aquiloni di bellezza e altre cose collaterali, come l’Aquilone d’oro. Si è sviluppata in positivo, con sempre maggior impegno".

Vincitrice del Trofeo Città di Urbino cinque volte (1993, 1995, 2000, 2009 e 2014), la Piantata può contare su diversi aquilonisti di ottimo livello, tra cui lo stesso Bernardini, che spesso si cimenta nelle gare individuali del sabato "in cui serve bravura, ma anche tanta fortuna". Prima ancora che aquilonista, però, Ferrante è da anni punto di riferimento per il quartiere, essendo anche presidente dell’Associazione La Piantata Odv. Per essere un buon capocontrada, secondo lui, è fondamentale "essere sempre disponibile per la contrada stessa, non solo durante la Festa dell’Aquilone, ma per tutte le attività. Un capocontrada deve essere sempre presente".

San Bernardino

Gilberto Uguccioni e Anna Maria Lelli, capicontrada di San Bernardino
Gilberto Uguccioni e Anna Maria Lelli, capicontrada di San Bernardino

Mentre nella stanza d’ingresso Gilberto Ugoccioni manovra ago e filo, anzi, ago e spago, per confezionare aquiloni come un sarto che cuce un vestito da sera, da una porta interna del Mausoleo dei duchi riemerge Anna Maria Lelli, che stava supervisionando il lavoro in corso in altri spazi dell’edificio. Quella di San Bernardino è una contrada molto operosa, che gode della maggior estensione territoriale tra le 10 di Urbino, è sede del campo di volo delle Cesane e conta su numerosi contradaioli. Tuttavia, solo nel 2003 è riuscita a conquistare il Trofeo Città di Urbino. «Noi siamo più orientati ad avere gente che stia insieme, che a vincere il trofeo. La nostra è una comunità – spiegano i due capicontrada –. Per fortuna, nonostante i due anni di pandemia, sono rimasti tutti. Anzi, le famiglie con bambini piccoli sono aumentate: questo dà fiducia, anche se abbiamo perso un bel gruppo di ragazzi, tutti andati a studiare fuori. La nostra contrada è da sempre in simbiosi con la parrocchia e questo ci ha aiutato, perché alcuni bambini, quest’estate, venivano a fare alcune attività da noi accompagnati dalle catechiste. Però abbiamo pure una significativa presenza di adulti, nonni, nello specifico, che hanno esperienza con i ragazzi, prima ancora che con gli aquiloni». Al di fuori della vita di contrada, però, secondo Ugoccioni e Lelli c’è una pecca nell’organizzazione del discorso aquilonistico, a Urbino: «La tecnica di volo si riesce a spiegare solo saltuariamente, si riduce un po’ tutto alla fine. Per esempio sarebbe bello far volare tutto l’anno gli aquiloni tecnici, più duraturi. Lanciare in più momenti, intraprendendo la strada che aveva preso l’Associazione urbinate degli aquilonisti (Auda), darebbe quel senso di continuità che manca, magari anche con il coinvolgimento e la soddisfazione di usare aquiloni imponenti». n. p.