Fondazione Carifano, i nuovi soci sono al top

Nomi di spicco tra gli eletti: dal rettore di Urbino Calcagnini, alla grande esperta di arte Ambrosini, agli imprenditori Papalini e Fiorini

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Un pieno di big quello fatto ieri mattina alla Fondazione Carifano con l’elezione dei nuovi soci. Una quarantina i soci presenti, tanti con molte deleghe in mano. Davanti, da votare, un parterre di non poco conto perché nell’elenco dei nuovi soci figurano anche due rettori come Giorgio Calcagnini dell’università di Urbino e Gian Luca Gregori che guida il politecnico di Ancona.

Non solo questo, perché entra anche una figura come quella di Mauro Papalini ex presidente degli industriali della provincia ed anche un imprenditore che ha il suo cuore operativo in città. Quindi Bellucci della società Dago Elettronica per rimanere nell’ambito degli imprenditori. E dopo aver trascorso anni come consulente della Fondazione entra come socia Anna Maria Ambrosini, grande esperta di arte, titolare di cattedra ad Urbino e recentemente consulente anche a Pesaro per il restauro di palazzo Perticari. Un personaggio di spicco, Ambrosini, nel mondo dell’arte antica anche a livello nazionale.

In questa tornata, per restare in tema cultura, entra a far parte dei soci anche Daniele Diotallevi storico locale, anche lui da anni molto vicino alla Fondazione come consulente. Eletta, per quello che riguarda il mondo della scuola, Eleonora Augello responsabile del Polo 3 e per le professioni Giuseppe De Martino, notaio, ormai da qualche mese anche presidente dell’ordine provinciale. Entrano anche due imprenditori molto conosciuti nell’ambito del mondo che riguarda il vino e il cibo. Perché diventa socia Carla Fiorini dell’omonima cantina che produce vini, imprenditrice molto nota e apprezzata in città, e quindi Girolomoni, figlio del fondatore di Alce Nero, Gino, uno dei precursori nazionali del cibo bio che in questi ultimi anni ha preso grande piede non solo all’interno della cucine italiane.

Questa infornata di personaggi di livello "contrariamente ad altre occasioni dove alcune nomine erano spinte dalla politica", ha commentato qualcuno dei presenti, ha mirato più allo spessore dei candidati. Un ricambio, anche, che è stato definito naturale perché si sono andate ad occupare caselle, all’interno dell’assemblea, di persone che sono venute a mancare in questi ultimi due anni. Le scelte fatte da Giorgio Gragnola hanno ottenuto un riscontro positivo molto trasversale e nessuno ha contestato i nomi dei candidati anche perché i profili sono tutti di qualità. E sono mancati quindi casi diplomatici come è accaduto per esempio con l’elezione (bocciata) dell’esponente indicato dalla curia e quindi dal vescovo Trasarti.

m.g.