ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Fu accusato della morte di un collega. Assolto, ora chiede risarcimento

Il caso di un ingegnere imputato per aver falsificato un certificato vaccinale: il dipendente perì di virus in Nepal

Fu accusato della morte di un collega. Assolto, ora chiede risarcimento

Un’odissea giudiziaria lunga quasi cinque anni ha chiarito che lui, in quella tragica morte di un collega in Nepal per un virus mortale, non aveva alcuna responsabilità. E ora, dopo l’assoluzione "per non aver commesso il fatto", ha avanzato un’istanza per il risarcimento delle spese legali, poco più di 10mila euro di rimborso. E’ la vicenda dell’ingegnere pesarese Francesco Raggi, 50 anni, ora residente a Milano, che nel 2019 era finito sotto indagine avanti al tribunale di Milano per omicidio colposo e falso ideologico e materiale in concorso. Secondo l’accusa insieme ad altri due imputati, dirigenti della stessa multinazionale, aveva falsificato un certificato internazionale di vaccinazione per un altro dipendente dell’azienda, l’ingegnere geotecnico Alessandro Lago, che doveva recarsi per una commessa urgente tra Uganda e Nepal. E’ in Uganda che l’ingegner Lago, non realmente vaccinato, ha contratto la malattia mortale. A causa di un virus sulla cui origine il consulente tecnico della procura di Milano non ha mai accertato con esattezza si trattasse di febbre gialla, Lago è deceduto nel giugno del 2019 in Nepal dove si era recato successivamente, sempre per motivi di lavoro. Secondo l’accusa la morte del dipendente era una conseguenza del falso certificato e nel processo si erano costituite cinque parti civili con domande di risarcimento milionarie (solo la provvisionale era di 500mila euro). Sempre secondo l’accusa la falsa documentazione era stata fabbricata sulla base del certificato di Raggi, come accertato dalla perizia. La difesa, sostenuta dall’avvocato pesarese Enrico Maria Paci, ha però smontato l’ipotesi accusatoria dimostrando, con rito abbreviato condizionato, che Francesco Raggi non ha partecipato alla creazione del falso e che il suo certificato non lo aveva dato con lo scopo di falsificare l’atto a chi poi ha in effetti fabbricato la documentazione illegittima. Francesco Raggi ora si trova a Milano e presta servizio per un’altra multinazionale. "Grande soddisfazione per aver concluso positivamente un percorso durato anni di grande fatica e dolore – commenta l’avvocato Paci -. Soddisfazione e sollievo, soprattutto, per essere riusciti a far emergere la verità in una vicenda così tragica e delicata in cui un giovane ingegnere, desideriamo ricordarlo, ha perso la vita. Auspichiamo che il provvedimento di rimborso, anche se poco più che simbolico e non sufficiente a risarcire la pena del processo subita dal mio assistito, possa arrivare tempestivamente per dimostrare una volta di più che la giustizia è ancora, e sempre lo sarà, una realtà in cui credere".