Gnudi: "I medici vanno solo via, siamo già finiti contro l’iceberg"

Il primario del pronto soccorso esorta la struttura a prendere provvedimenti per reclutare personale "Occorrono stipendi nettamente migliori altrimenti qui non viene nessuno". La polemica sui no vax in Tv

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Il dottor Umberto Gnudi, primario del pronto soccorso di Pesaro, parla delle dimissioni della sua collega e collaboratrice di reparto Francesca Padiglione: "L’ha annunciato anche in tv e dunque non c’è più il segreto. Sì, se ne va, ha già dato le dimissioni da tempo e diventeranno esecutive dal primo febbraio prossimo. I colleghi se ne vanno dal pronto soccorso, fuggono, cercano altro, non ci stanno più".

"Questo significa – aggiunge Gnudi – che rimaniamo sempre in meno, che si farà sempre più fatica a garantire almeno due medici per turno, che il rischio di collisione contro l’iceberg non c’è più perché l’urto c’è già stato e dunque le conseguenze si vedono, con affluenza di gente raddoppiata e medici e infermiere in rapido calo".

Un sistema per tamponare le falle il dottor Gnudi ce l’ha: "Io l’ho già detto pubblicamente: vanno aumentate le buste paga ai sanitari che lavorano qui, ma non di cento euro ma di 1500, altrimenti vanno via quelli che ci sono e non arrivano i nuovi. Qui purtroppo non c’è più il tempo di fare formazione, visti i turni e il clima che si respira per i no vax, anche l’errore può essere più facile, siamo umani e non macchine, anzi siamo come un vaso di cristallo, bello a vedersi ma estremamente fragile".

Sulla trasmissione de La 7 andata di Giletti, con al centro il caso del post su facebook col quale il dottor Gnudi era sbottato contro i no vax dicendo che continuerà a curarli ma che non nasconderà loro il suo disprezzo, il diretto interessato si attiene alle indicazioni della direzione e dell’assessorato regionale: "No, su questo non posso parlarne se non per dire che mi dispiace per i toni e le espressioni usate ma il senso della protesta rimane intatto. Sulla persona che pubblicamente ha inteso chiedere la mia rimozione dal ruolo perché non saprei reggere lo stress, posso dire che sta dicendo cose che non conosce, che nemmeno immagina lontanamente. Lo inviterei a passare qui mezza giornata ma se ne andrebbe molto prima. Ritengo che l’accusa verso di me sia fondamentalmente strumentale ai suoi fini, magari cerca visibilità, e comunque quello che cerca a me non interessa affatto. Non devo parlare con quel signore che non conosco. Vorrei avere invece delle risposte per trattenere il mio personale, per non sgretolare la risposta sanitaria sul fronte dell’emergenza. Occorre fare squadra ed essere uniti per superare questo momento. Le polemiche ad un certo punto finiscono, rimangono le cose buone che sono state fatte. E’ questo il momento di agire, sia sul fronte covid, tutt’altro che finito, sia sul resto. Siamo un grande ospedale. Dobbiamo essere l’esempio per affrontare le emergenze. Serve però anche una presa d’atto del sindacato che lavorare al pronto soccorso merita una retribuzione diversa per tutti i sanitari impegnati. Non tra un anno ma subito".

ro.da.