Gnudi non arretra: "Niente scuse ai no vax" E Burioni lo applaude: "Sono al tuo fianco"

Il noto virologo dà la sua solidarietà al primario del pronto soccorso del San Salvatore esausto di dover fronteggiare i negazionisti

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Lo sfogo social del primario del pronto soccorso del San Salvatore Umberto Gnudi ("i no vax mi fanno schifo anche se continuo a curarli") ha spinto il professor Roberto Burioni ad inviarci una nota: "Chi in una situazione di grave emergenza rifiuta in maniera completamente irrazionale un vaccino estremamente sicuro, estremamente efficace e completamente gratuito si comporta in una maniera inaccettabile dal punto di vista sia sanitario, sia sociale. Prima di tutto mette in pericolo se stesso, perché nei non vaccinati la malattia può essere gravissima; in secondo luogo mette in pericolo gli altri, perché è provato oltre ogni ragionevole dubbio che i vaccinati si infettano di meno e contagiano di meno. Infine la saturazione delle strutture sanitarie può provocare un danno indiretto impedendo a pazienti che soffrono di altre malattie l’accesso tempestivo alle cure. Il dott. Gnudi ha espresso in maniera estremamente efficace la disapprovazione che non solo un medico, ma qualunque persona dotata di un minimo di buon senso non può non avere nei confronti dei no-vax. Io aggiungo la mia total disapprovazione anche per tutti i politici che, sperando di trarne un personale beneficio in termini di consenso, lisciano il pelo a questi irresponsabili legittimandone le follie. Per fortuna che abbiamo un Governo che tiene dritta la barra e che ci ha reso l’esempio virtuoso in Europa".

Non solo. Burioni ha scritto anche un post su facebook: "La mia solidarietà al collega Umberto Gnudi , primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Pesaro e in prima linea da due anni contro il Covid. Se stanno male ovviamente li curo, ma i no-vax (e pure chi gli liscia il pelo) fanno schifo anche a me".

E sempre ieri, il dottor Gnudi ha commentato sui social: "Visto il ruolo che ricopro al momento, ho sbagliato a sfogarmi su Facebook (arena di beceri scontri) e con toni crudi e sgradevoli. Ammetto il mio errore. Non rinnego il contenuto, ma devo qualificarlo: le mie invettive non erano per il non vaccinato tout court (conosco per esperienza i mille distinguo), ma per chi -per ignoranza, o peggio ancora per tornaconto- diffonde informazioni false, gettando nel caos le persone che non hanno gli strumenti critici intellettuali per farsi un’idea propria. La stretta al cuore che senti quando il paziente ti dice “non ho fatto il vaccino perché non ci ho capito niente” è terribile. È ovvio che curo chiunque al massimo delle mie capacità: il fumatore, l’alcolista, il no vax. Ma come non posso empatizzare con l’ubriaco che investe con l’auto una scolaresca, così non posso farlo col no vax che contagia persone fragili, magari cui il vaccino è impedito dalla condizione clinica. In questi venti mesi abbondanti ho visto troppa gente morire boccheggiando col terrore negli occhi. Sapere che c’è un modo per evitarlo, ma la gente lo rifiuta, è troppo da sopportare in silenzio. Sono un medico, un direttore di Pronto soccorso, ma in fondo sono solo un uomo".

ro.da.