I ‘Munedaiko’ alla Palla Un assaggio di Giappone

I fratelli Yahiro, italiani d’adozione, propongono la millenaria arte del Taiko. E con loro ci saranno gli artisti poliedrici di Adrenalink Tattoing

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L’arte del Taiko, millenaria pratica dei tamburi giapponesi, accompagnati dalla melodia del flauto giapponese, shakuhachi e shinobue, risuonerà potente in Piazza della Libertà stasera alle 21. L’omaggio al Giappone porta la firma dei fratelli Yahiro, componenti del gruppo Munedaiko – straordinaria combinazione di corpi in movimento e di armonia del pensiero – in una collaborazione con gli artisti poliedrici di Adrenalink Tattoing che si esibiranno in performance evocative, coinvolgendo i sensi del pubblico a 360 gradi! Mugen, Naomitsu e Tokinari Yahiro sono giapponesi nati in Italia, uniti dalla passione per il taiko e per una scrupolosa ricerca di sonorità che, se da un lato li riconduce alle proprie origini, dall’altro permette loro di parlare un linguaggio musicale universale, atavico, di grande impatto emotivo. Fondata nel 2014 per volontà di Mugen, Munedaiko nasce con l’intento di promuovere e valorizzare in tutta Europa il tamburo giapponese, in particolare lo wadaiko (tamburo di grandi dimensioni), diffonderne la pratica, scoprire e sviluppare se stessi in una piena consapevolezza di corpo e mente, che mira all’armonia universale e alla concordanza con gli altri. Adrenalink Tattooing nasce come tattoo studio a Venezia, gestito da una coppia che ha lavorato in Giappone molto frequentemente negli ultimi 20 anni creando un ponte artistico permanente tra l’Europa e l’Asia. Unico nel suo genere, il lavoro di Adrenalink è riconosciuto in tutto il mondo per la qualità e lo spessore etico che accompagna da sempre le scelte professionali di questo studio.

Manekistefy e CreZ infatti dal 1997 hanno iniziato un percorso che spazia dalla musica, alla pittura, al tatuaggio tradizionale giapponese con lo scopo di dare allo “Horimono” la rilevanza che gli spetta nel panorama artistico internazionale. In Giappone il tatuaggio purtroppo non gode di buona fama, pur essendo riconosciuto all’estero come una delle più alte espressioni di quest’arte pluricentenaria che accompagna l’uomo fin dagli albori della società. La pittura su grande formato fa parte di una tecnica studiata dalla coppia espressamente per creare delle performance dal vivo, unendo la tecnica della pittura con il Sumi (inchiostro ottenuto dal nerofumo nella zona di Nara) a quella dei graffiti urbani in un’unica miscela che vuole collegare le strade dell’Occidente con quelle d’Oriente.