
Il sindaco Biancani e, a sinistra, il muretto della tribuna laterale ospiti che si sta disintentegrando. Il Benelli rischia di non essere a norma l’anno prossimo per luci e altre precarietà
L’amministrazione comunale di Pesaro ha realizzato a proprie spese il palasport della Torraccia (30 miliardi di vecchie lire), restaurato il vecchio palas (10 milioni di euro), realizzato ex novo il bocciodromo di via dell’Acquedotto (1 milione e mezzo) e in passato anche i campi di baseball (ora in restauro) e di rugby, ma non realizzerà a proprie spese il nuovo stadio "Benelli". Lo ha ribadito ieri il sindaco Biancani: "Oggi la Vis non deve andare a giocare altrove, perché non è in serie B, ma in C. Ma se anche se noi dovessimo fare i lavori al Benelli, che tipo di interventi servono per potere giocare in serie B? Non sono interventi che si fanno in tre mesi. Sono lavori grossi".
Il fatto è, continua il sindaco, "che il Benelli così com’è non è in grado di potere sostenere un campionato di serie B. Vogliamo far ridere a tutta Italia con uno stadio come quello di Pesaro? Pensiamo di fare un’altra tribunetta in metallo pensando di risolvere il problema? Con i bagni, il bar e il resto che abbiamo? Il tema non è che soldi mettiamo: ma li mettiamo dove e per fare cosa? Per mettere qualche altra pezza in quell’impianto? Io sono contentissimo che la squadra vada in B. Bene, l’amministrazione comunale ha le capacità economiche per fare un nuovo stadio? No. Si tratta di una attività di tipo professionistico imprenditoriale. Gli stadi in alcune aree e in molti territori, li costruiscono i soggetti privati, non pubblici. Chi è quel Comune che ha sette, dieci, quindici milioni di euro per uno stadio? Non esiste. Non riusciamo a star dietro allo sport amatoriale e dilettantistico dove abbiamo molti campi ancora da completare: può essere che il pubblico metta come priorità lo stadio? Le priorità del Comune sono realizzare uno stadio per una società privata? No. Noi diamo priorità alle scuole, non è nostro compito costruire stadi. Lo stadio? Mica sono quattro amici al bar che ci vanno a giocare: è una attività imprenditoriale, quindi io devo lasciare indietro quello che devo garantire ai miei cittadini, ovvero strade, scuole, servizi sociali, politiche educative, devo cancellare tutto per fare uno stadio? Non è sostenibile".
"Quindi – riprende il sindaco – quello che posso fare, ed è già molto, è concedere area e capacità edificatoria che valgono milioni e milioni di euro. Se io vendessi l’area vicino al palasport, alla VitriFrigoArena, incasserei cinque, sei sette, otto milioni di euro. E’ chiaro? Quello è un valore che io metto nella realizzazione dello stadio. Quindi cosa devo fare? Devo mettere il valore dell’area, a disposizione e inoltre costruire pure lo stadio? Non mi sembra che siamo in un paese normale o in una città normale".
Ciò che il sindaco può fare: "Se decidiamo tutti insieme che non si fa il nuovo stadio, io vendo l’area di fianco alla VitriFrigoarena, e con i soldi sistemo il Benelli. Può essere anche questa una soluzione. Ma poi non si farà più il nuovo stadio alla Torraccia. O vendiamo le due aree quella di Pantano, davanti e dietro, e quella di fianco alla VitriFrigo, per realizzare un nuovo stadio che fa un soggetto privato attraverso una operazione di project, infatti non posso darlo a una società ma serve un bando pubblico, oppure si decide: tra Comune e società non faremo più stadio alla Torraccia, vendiamo area vicino a VitriFrigoArena e con i soldi sistemiamo l’attuale Benelli. Può essere una soluzione? Parliamone. Ma non è possibile che il Comune ci metta soldi. Può solo mettere in campo le aree. Però in caso di restauro del Benelli devo fare anche i parcheggi e quindi aumenterebbero i costi. Ragazzi, le cose vanno programmate: quando sono diventato sindaco ho incontrato la società, sono disponibile a confrontarmi, ma non si fa uno stadio in un batter d’occhio. Se la squadra va in B vedremo come affrontare la realtà. Ma non si fa un nuovo stadio in tre mesi. Quindi massima disponibilità ma non a slogan che non hanno né capo né coda".
Davide Eusebi