Il Covid non risparmia l’ex difensore Fiorucci

Cantiano piange una delle colonne storiche della squadra di calcio. Un paese in lutto

Se anche un colosso come Fabio Fiorucci si è dovuto arrendere al Covid, vuol dire che il virus è più pericoloso di tante altre malattie. L’omone che tutti conoscevano a Cantiano si è arreso dopo una lunga battaglia in ospedale.

Due settimane di ricovero con un’aggressione mortale a un uomo di grande forza, che ha resistito fino all’ultimo, come faceva nella difesa della Cantianese che orchestrava con coraggio. Un uomo che era appena arrivato sulla soglia dei 61 anni e che lascia nel dolore la moglie Doriana ed i due figli Niccolò e Arianna. Un dolore collettivo di una comunità molto legata, di cui Fabio faceva parte da sempre, essendone in qualche maniera un legame profondo: "E’ uno di noi anche a livello familiare. Legami profondi che intersecano – dice l’ex sindaco Martino Panico – in tante famiglie. Un altro brutto colpo per Cantiano dopo la tragedia di Fausto Perioli, ucciso da un albero".

Fabio Fiorucci gestiva il laghetto di pesca sportiva sulla strada della Contessa. Da alcuni anni aveva smesso di lavorare come autotrasportatore e camionista per la ditta Casavecchia di Cagli.

Complice un dolore alla schiena aveva preso con alcuni soci la gestione de "Il laghetto", dove in tanti passavano il tempo con la pesca sportiva.

Mentre Fabio ed i suoi soci gestivano il bar, pizzeria e ristorante. "Era un uomo – aggiunge Marino Panico – che non non stava con le mani in mano. Non ne era capace. Come quando da colonna della cantianese sapeva giocare in difesa ma sapeva anche spingere i suoi compagni di squadra verso l’attacco. Un vero uomo di spinta. Dopo Fausto Perioli è un’altra perdita assoluta per una comunità che ha subito dal virus tanti colpi quasi quanti quelli della sfortuna".

Nella foto: Fabio Fiorucci con la nipote