
Alberto Carelli, direttore generale Ast 1, azienda sanitaria territoriale Pesaro-Urbino
di <>Benedetta Iacomucci
Dimenticatevi il manager compassato, l’aplomb del direttore che non si scompone nemmeno se mille mani lo tirano per la giacchetta. Abituato a barcamenarsi tra beghe e politica, il direttore generale dell’Ast 1 Alberto Carelli è un maceratese verace che ieri – come il Big Bang – ha detto stop.
Direttore, con chi ce l’ha?
"Sono arrivato da 4 mesi e mi dicono che sono in ritardo. Mi interrogano come a scuola. Ma l’anno e mezzo prima, invece?"
Si sfoghi.
"Leggo che il sindaco ha scritto che deve essere convocata la conferenza dei sindaci. Ieri sono partite le Pec per l’1 ottobre. Però parla pure degli atti aziendali".
Non dovrebbe?
"No, perché la conferenza dei sindaci non può esaminare l’atto aziendale prima della sua adozione. Lo dicono le linee guida".
Quindi li chiamate quando avete già deciso tutto.
"Quello è un problema politico, non è un problema di Carelli".
E a che punto siete?
"Stiamo incontrando i primari".
E come va?
"Ovviamente ci sono mal di pancia, ma i clima è positivo"
Mi raccontano tutt’altro.
"Ho sei unità operative che hanno firmato la nuova organizzazione. Certo la parte più spigolosa riguarda il fatto che due aziende non possono, ad esempio, avere due dipartimenti uguali".
Quindi razionalizzerete?
"No, cercheremo non di ridurre ma di rivedere, con l’idea di mantenere lo stesso numero di dipartimenti. Nella parte amministrativa elimineremo i doppioni. Senza che nessuno sia mortificato".
Le questioni più spigolose riguardano il caso di Urbino, il caso del direttore di Chirurgia Patriti che ha vinto un concorso a Perugia...
"Patriti non mi ha detto niente. Lo vedrò venerdì e parleremo dell’organizzazione della Chirurgia tenendo conto di Urbino. Anche Sara Mazo, primaria del Pronto soccorso di Urbino, non mi ha detto che va via. Rocchi sì, aveva deciso prima che arrivassi, però lui non è un primario".
I primari hanno paura di doversi dividere tra tre ospedali?
"Ma la riorganizzazione non cambia nulla dal punto di vista organizzativo dei primari".
E perché tante fibrillazioni?
"Non le capisco. Urbino avrà tutti i suoi primariati. Così gli altri. Però, ad esempio, mettiamo che l’ortopedia abbia troppe persone urgenti da operare. Alcune le manderà a Urbino. Questo significa interazione delle reti cliniche. Non è lo spostamento dei primari. E’ solo un’organizzazione integrata. Ognuno manterrà il suo primariato".
Sono previsti nuovi primariati?
"Sì ma non sostituiscono quelli che già abbiamo. Vanno a implementare i settori carenti".
In definitiva, qual è la ratio?
"I tre ospedali di primo livello, Pesaro Fano e Urbino, più Pergola, hanno tutti uguali dignità. Tutte le specialistiche resteranno e a Fano saranno potenziate. Ognuno ha una sua vocazione: a Pesaro la chirurgia ad alta complessità; a Fano la vocazione medica e chirurgica a media/bassa complessità; a Urbino idem, ma coprendo un territorio molto vasto e montano. Pergola, ospedale di base, per ora non si può implementare perché ci sono lavori di ristrutturazione in corso. Comunque avrà tutto ciò che deve avere un ospedale di base: medicina, chirurgia, pronto soccorso..."
Scusi l’indelicatezza, ma riuscirà a fare tutto prima della pensione?
"Mi mancano 2 anni e tre mesi. E comunque finirò il mandato".
Chissà se riuscirà a vedere il nuovo ospedale. A proposito, come va il trasferimento delle comunità psichiatriche?
"Io ho ripreso in mano l’accordo sottoscritto nel ’22. La Rsa Tomasello doveva andare a Casa Roverella: il Comune ci deve dare locali a norma entro il 30 settembre. Io per evitare problemi il 3 settembre ho inviato una lettera al sindaco dicendo di farmi sapere entro il 10 settembre. Non si è fatto vivo nessuno".
Quindi?
"Io, intanto, alloco i pazienti altrove. La procedura dell’Ast ha individuato una struttura che il direttore sociosanitario è andato a vedere con i familiari".
Lei parla del Civitas di Vallefoglia. Le famiglie degli utenti sono contrarie.
"Loro devono andare a Casa Roverella perché la promessa era quella. Io prendo atto".
E gli ospiti di Casa Roverella?
"Lo chieda al sindaco".
27 utenti alla Tomasello. E i 40 delle comunità protette?
"Gli accordi prevedevano che andassero a Mombaroccio. In attesa che si concludano i lavori (entro il 2026) noi abbiamo proposto Civitas per un anno e poi Mombaroccio, che comunque è più lontana dell’Apsella".
Mancano i 18 dell’Srr.
"Dovevano andare a Galantara. Anche qui però ci sono i lavori del Pnrr, che finiranno prima del 2026. Per un anno li porteremo a Civitas e poi dove era previsto".
Civitas mi risulta già pienotta
"Hanno 51 ospiti, credo. A noi darebbero un’ala".
Altro tema. La nuova palazzina del Pronto soccorso lasciata vuota per le emergenze.
"Inanzitutto è una stanza, con 8 letti. Dal Pronto soccorso, per andarci, si deve passare sui camminatoi delle persone, in area pubblica. E’ un Pronto soccorso secondario, uno dei requisiti di autorizzazione dell’ospedale. Mai userò quella stanza se non per un’emergenza, che non è il covid: può essere un incidente con tanti feriti... o tanti vecchietti tutti insieme con l’influenza..."
Ma poi, l’avrebbe il personale per coprire quella sala in più?
"Ci vorrebbero tre medici h24 più un turno di 6 infermieri e 6 oss che al momento non ho. In altri momenti magari sì".
E’ vero che il Pronto soccorso scoppia?
"Non è vero. Abbiamo avuto dei picchi quest’estate, per via del caldo, con 300 persone e 30 ricoveri al giorno tra Pesaro e Fano, dove ci siamo trovati in difficoltà poi superate. A Fano il problema si risolve perché ci sono 12 posti di Medicina d’urgenza che a Pesaro mancano. Tra l’altro, partirà la medicina d’urgenza anche a Urbino dove abbiamo avuto un picco di 11 ricoveri al giorno ed essendo un ospedale più piccolo non riuscivamo a far fronte".
Il centro per l’autismo a che punto é?
"Abbiamo avuto 400mila euro dalla Regione e lo faremo".
A Muraglia?
"Sì. Stiamo predisponendo gli atti per la progettazione. Entro breve ci saranno gli atti esecutivi".
Non poteva dirle prima tutte queste cose?
"Quando lo scontro è politico devo stare zitto".