Il grido degli infermieri "La nostra sanità è malata"

All’assemblea dell’Ordine la presidente mette in fila tutte le rimostranze "Basta annunci e ’scatole vuote’. Si metta mano a una riorganizzazione vera".

Il grido degli infermieri  "La nostra sanità è malata"

Il grido degli infermieri "La nostra sanità è malata"

di Benedetta Iacomucci

"La nostra sanità è malata, il servizio sanitario è sempre meno autosufficiente, chi ha i soldi si cura, gli altri si mettono in lista d’attesa: nella nostra provincia siamo arrivati anche a 14 mesi per un esame strumentale". L’assemblea annuale degli iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche, ieri a Pesaro, si è aperta con la narrazione dell’esperienza maturata nel periodo della pandemia, e si è chiusa con una constatazione amara: che dopo tre anni "rischiamo di trovarci al punto di partenza – ha detto la presidente Laura Biagiotti –: se il covid doveva essere la lezione da cui partire per costruire la sanità da riformare, a cominciare dal personale, ci troviamo di fronte a procedure che vanno a rilento o modifiche che comunque incidono poco, annunci che si rivelano essere solo scatole vuote, professionisti che sempre più spesso finiscono a scontare la violenza fisica e verbale dell’utenza per responsabilità di altri". Professionisti che, da ’eroi’, si sentono man mano scivolare in un "cono d’ombra".

"Nei prossimi 10 anni – ha proseguito Biagiotti – 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave. Bisogna potenziare l’assistenza domiciliare e la residenzialità. Per questo i cittadini chiedono professionisti nella realtà quotidiana, vorrebbero avere infermieri di fiducia convenzionati con il medico di famiglia, per costituire micro-équipe sul territorio, a fianco del paziente. La Regione deve portare a termine questa organizzazione e non far passare altro tempo". Una riorganizzazione vera, che non sia solo "litigare per un posto letto in più", ma "garantire il rispetto della professione sotto il profilo economico e organizzativo". Una situazione a cui certo non giova la scadenza, non prorogata dal governo, della graduatoria degli infermieri, il 5 marzo scorso. Infermieri che potevano essere assunti, mentre ora bisognerà fare un altro concorso.

Tra i temi toccati, anche quello dell’utilizzo dei professionisti stranieri, per i quali non c’è alcun obbligo di iscrizione all’ordine, né di aggiornamento professionale, né vincolo deontologico; il tema della libera professione, con l’allentamento dei vincoli di esclusività ma solo fino al 31 dicembre 2025; la richiesta di consentire la libera professione intramuraria; l’inserimento della professione infermieristica tra le categorie usuranti. Infine, la mattinata – a cui hanno partecipato anche gli assessori comunali Maria Adele Conti e Luca Pandolfi con il vicepresidente dell’assemblea regionale Andrea Biancani – si è conclusa con il conferimento del premio "Monica Crinelli" (e di un assegno da 500 euro) alla tesi di laurea di Elena Ambrosini, dell’università di Perugia.